"Signore, converti al tuo cuore i nostri cuori ribelli, perché impariamo a seguire progetti di pace; porta gli avversari a stringersi la mano, perché gustino il perdono reciproco; disarma la mano alzata del fratello contro il fratello, perché dove c'è l'odio fiorisca la concordia".
Pochi minuti prima dell'inizio della Via Crucis dal Colosseo – la prima in presenza dopo due anni di Covid – Francesco, in un tweet, torna a chiedere la pace. Il suo è un messaggio instancabile, in attesa del saluto finale che rivolgerà al termine di un rito antichissimo che Giovanni XXIII riportò nell’anfiteatro Flavio nel 1959 ma solo per quell’anno. La tradizione della Via Crucis al Colosseo venne ripresa nel 1965 da Paolo VI. Da allora tutti i Papi, da Wojtyla a Ratzinger fino a Bergoglio, hanno sempre presieduto il rito affidando le meditazioni delle quattordici stazioni a sacerdoti, religiosi, laici, padri e madri di famiglia, teologi e scrittori.
Nelle 14 stazioni Francesco chiede alla Chiesa di celebrarei cinque anni dell’esortazione apostolica “Amoris laetitia”. “Le testimonianze – scrive Vatican News -, affiancate al percorso di Gesù verso il Calvario, descrivono spaccati di vita in cui tante famiglie si possono ritrovare. E saranno, perlopiù, proprio le stesse famiglie che si sono raccontate nelle meditazioni a portare anche la Croce nell’Anfiteatro Flavio, dove, in mondovisione, la cristianità si raccoglierà nella notte del silenzio, a ricordo della crocifissione e morte di Gesù che sembrò spegnere nei discepoli la speranza accesa dalla Buona Novella”.
Fra le diverse famiglie ce ne sono insieme, anche una russa e una ucraina. La prima famiglia è quella di cui fa parte Albina, una studentessa del corso di laurea in Infermieristica dell'Università Campus Bio-Medico, mentre la seconda è quella di Irina, un’infermiera ucraina che lavora nel centro di cure palliative “Insieme alla cura”, della Fondazione Policlinico Universitario dello stesso ateneo. Il Vaticano ha deciso di confermare la loro presenza nonostante sia l’ambasciatore di Ucraina presso la Santa Sede Andriy Yurash, sia l’arcivescovo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk hanno protestato contro un’idea “inopportuna e ambigua” che “non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l’Ucraina”.
Ci sono le famiglie nella loro quotidianità, le gioie dell’amore condiviso, i problemi di coppia, le preoccupazioni per i figli, la sofferenza delle malattie, il dolore per la perdita del coniuge nelle meditazioni della Via Crucis. Storie vere, concrete .I testi non a caso sono stati scritti da una coppia di giovani sposi (I stazione), da una famiglia in missione (II), da sposi anziani senza figli (III), da una famiglia numerosa (IV), da una famiglia con un figlio con disabilità (V), da una famiglia che gestisce una casa famiglia (VI), da una famiglia con un genitore malato (VII), da una coppia di nonni (VIII), da una famiglia adottiva (IX), da una vedova con figli (X), da una famiglia con un figlio consacrato (XI), da una famiglia che ha perso una figlia (XII), come detto da una famiglia ucraina e da una famiglia russa (XIII) e da una famiglia di migranti (XIV).
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