AGI – Mancano meno di dieci giorni al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi ed è sempre più intenso il botta e risposta a distanza tra i due candidati rimasti in corsa, Marine Le Pen e Emmanuel Macron, con il confronto televisivo in programma il prossimo 20 aprile.
Gli ultimi attacchi del capo dell'Eliseo alla leader del Rassemblement National hanno preso di mira la volontà della sua avversaria di interdire il velo negli spazi pubblici e di fermare la costruzione di nuovi parchi eolici in mare e sulla terraferma, progetto da lui definito "un'aberrazione" perché "significa abbandonare del tutto l'uso delle energie rinnovabili e saremmo l'unico paese a farlo".
Il presidente uscente ha insistito in questi ultimi giorni su ambiente ed ecologia, affermando anche di voler "arricchire" il programma con "le proposte di altri candidati", nel tentativo di convincere la sinistra di Yannick Jadot e Jean-Luc Melenchon a sostenerlo al ballottaggio di domenica 24 aprile.
Allo stesso scopo la candidata dell'estrema destra ha parlato molto di riforma delle istituzioni. E in questo senso si e' rivolta direttamente agli elettori del leader della France Insoumise, sottolineando la vicinanza con loro su alcuni punti come l'introduzione del referendum di iniziativa cittadina, del mandato settennale non rinnovabile per il presidente della Repubblica e l'instaurazione del sistema proporzionale per l'elezione delle assemblee nazionali.
Ma il dibattito a distanza tra i candidati è diventato ben presto anche muro contro muro. Già dal discorso fatto dopo la pubblicazione dei risultati del primo turno, Macron ha chiamato i francesi a "sbarrare la strada" all'estrema destra, sottolineando nelle apparizioni degli scorsi giorni "la pericolosita'" del progetto della sua avversaria.
Il leader della Republique en Marche ha parlato di "deriva autoritaria" in riferimento alla decisione di Le Pen di non concedere l'accredito stampa al media Quotidien per alcuni eventi della sua campagna elettorale, ha accusato la sua sfidante "di voler uscire dall'Europa, pur non avendo il coraggio di dirlo" e di "prendere i francesi per imbecilli", perché "sopprimere l'imposta sul valore aggiunto per prodotti i quali hanno già la Tva al 5,5 per cento vuol dire abbassarne il prezzo di pochi centesimi".
La candidata dell'estrema destra ha risposto con la stessa carta, invitando a sua volta i cittadini "a fare ostruzionismo" contro il presidente uscente e contro "il crollo del potere d'acquisto, il martellamento fiscale, la pensione a 64 o 65 anni, un'immigrazione che mette in pericolo l'equilibrio dei nostri governi sociali e la casta che ci governa con arroganza".
Le Pen è inoltre tornata con forza sulla retorica del "popolo contro l'oligarchia" per definire lo scontro tra lei e Macron. Se i due si sono attaccati senza sosta con lo scopo di raccogliere quanti più voti possibili prima del 24 aprile, nelle strade c'è però chi sta portando avanti una campagna contro i risultati delle elezioni e la riedizione del duello del 2017 al ballottaggio. Si tratta degli studenti universitari della Sorbona, che nel corso della settimana hanno occupato gli spazi dell'ateneo per denunciare "l'impasse del secondo turno" al grido di "Né Macron, né Le Pen".
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