Giovane, ambizioso e grande lavoratore: Lorenzo Casini è stato eletto presidente della Lega di serie A solo con 11 voti, il minimo previsto dalle norme. Lo ha voluto la cordata guidata da Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, mentre le big (Juve, Inter, Milano, Roma, eccetera) avrebbero preferito Andrea Abodi che di sicuro ha più conoscenza di quel mondo. Ma Casini ora sta conquistando tutti i presidenti con il suo impegno: ha lasciato tutti gli incarichi che aveva (compreso quello di Capo di gabinetto del Ministero della Cultura) e lavora a tempo pieno. I suoi precedessori (Beretta, Miccichè e Dal Pino) avevano altri incarichi, importanti. Lorenzo Casini invece si occupa solo della Lega e ha stretto rapporti di piena collaborazione con il n.1 del calcio italiano Gabriele Gravina. La Lega finalmente ha approvato all'unanimità le modifiche allo Statuto adeguandolo così ai principi informatori federali (importante il lavoro diplomatico del commissario ad acta, il professor Gennaro Terracciano). Ora si passa alla maggioranza semplice, tranne per le questioni economiche come i diritti tv (lo prevede la legge Melandri). Inoltre la Lega porterà il 26 aprile in consiglio federale le sue proposte per quanto riguarda le licenze nazionali, necessarie per iscriversi al campionato. Si era rischiato la rottura con la Figc: ora si andrà avanti per gradi, senza mettere in crisi tanti club. Gravina è persona di buon senso: sa che non si può forzare la mano ma vuole, giustamente, ridare più credibilità al sistema-calcio. Nominate anche due commissioni in Lega, per le riforme e le infrastrutture: ci sarà piena collaborazione con la Figc che ha varato una task force impegnata su tanti fronti.
Casini è stato bravo, cosa gli è stata riconosciuta dai presidenti, nel ridare piena compattezza alla Lega, sovente lacerata al suo interno. Il progetto del torneo invernale durante il Mondiale del Qatar però è stato abbandonato: Luigi De Siervo e Andrea Butti ci avevano lavorato a lungo, anche con sopralluoghi ad Orlando, Florida. Ma la Lega ha teso la mano alla Figc: dal 14 al 24 novembre ci sarà uno stage della Nazionale, poi i giocatori dovranno fare almeno una settimana di riposo. Possibili quindi tornei in Italia, magari con squadre straniere. Ma non c'erano calciatori sufficienti per fare un torneo così impegnativo (e costoso, 20 milioni) in America: non era possibile prendere prestiti dalle altre Leghe. Si è dovuto così rinunciare. Si vedrà di impiegare i 53 giorni di sosta del campionato, fatto del tutto inedito, nel modo migliore.
Certo, i problemi da affrontare sono tanti. E non tutti sembrano così ottimisti. "Noi siamo passati da un momento di esaltazione dopo l'Europeo a oggi. Ma un conto è vedere qual è la realtà delle cose, che non è solo una questione tecnica, ma generale. Basta vedere gli introiti del campionato italiano confrontati con quello inglese. I problemi non vengono fuori in un giorno, ci sono sempre, ma in Italia si tende a mettere la testa sotto la sabbia senza trovare soluzioni". Lo ha detto oggi l'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri in merito alla crisi del calcio italiano, fuori da due Mondiali di fila. "Fin quando non prendiamo una strada non possiamo sapere se è giusta o sbagliata, ma in Italia non ci piace farlo e si tende a vivacchiare. Perché poi noi siamo bravi ad arrangiarci, in modo estemporaneo troviamo il risultato giusto e quindi in quel momento ci diciamo che tutto va bene. Ripeto, non c'è un solo problema". La buona volontà adesso c'è, come la consapevolezza che si perso troppo tempo. Ma Gravina vuole recuperare e l'appoggio della Lega di A è fondamentale per ripartire.
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