La Ferrero non si fornirà più di olio di palma del conglomerato malese di Sime Darby dopo che la dogana Usa ha rivelato a gennaio di aver sufficienti prove dell'uso di lavoro forzato nelle sue piantagioni. Lo scrive la Reuters, a cui il gigante dolciario italiano ha confermato via mail che si uniformerà alle decisioni dell'autorità statunitense. Ferrero, che usa l'olio di palma per la produzione della Nutella e dei cioccolatini Rocher, ha aggiunto di aver chiesto ai suoi fornitori globali di fermare le spedizioni di olio di palma e olio di nocciole proveniente da Sime Darby.
Da parte sua, Sime Darby ha dichiarato a Reuters di aver intrapreso dei passi nel campo dei diritti umani e che tutti i suoi azionisti coinvolti nella sostenibilità sono stati rassicurati sul suo impegno e sulla sua leadership industriale. Quanto a Ferrero, Sime Darby non la considera "un cliente". In effetti, Ferrero non acquista olio di palma direttamente da Sime Darby e il prodotto proveniente dalle piantagioni malesi rappresenta appena lo 0,25% dei suoi volumi. Ma sebbene, scrive Reuters, Ferrero compri relativamente poco olio di palma da Sime Darby, il prestigio del suo marchio dà grande risalto all'ennesimo colpo inferto alla reputazione al conglomerato commerciale malese e alla stessa Malesia, contro cui stanno montando le accuse di abusi sul lavoro a danno dei lavoratori migranti impiegati in diverse industrie.
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