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L’autosospensione farsa di Carlo Fidanza, europarlamentare FdI e capodelegazione del partito in Europa

Dal saluto nazifascista e quel "heil Hitler" – mostrati in tv dalle immagini dell'inchiesta sulla "lobby nera" – all'incontro ufficiale col ministro del Turismo Massimo Garavaglia passando da una risoluzione del parlamento europeo sulla libertà di stampa. Ma passando, soprattutto, da un'autosospensione farsa. E' la parabola di Carlo Fidanza, europarlamentare di FdI e capodelegazione del partito in Europa.

Inchiesta sulla lobby nera di FdI, indagati Carlo Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini

di

Luca De Vito


Così, almeno, fino al 1 ottobre 2021. Quando Fidanza annuncia l'autosospensione dalla forza politica guidata da Giorgia Meloni, di cui è, da anni, uno degli uomini di fiducia. Lo sdegno e l'apparente irritazione della stessa Meloni per la leggerezza con cui Fidanza partecipa a una cena elettorale a Milano in compagnia di esponenti dalle dichiarate idee neofasciste e neonaziste, certo. E poi l'inchiesta aperta dalla procura milanese che vede l'eurodeputato indagato (insieme al "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini) per finanziamento illecito al partito e riciclaggio. Uno scenario di fronte al quale Fidanza, dopo una telefonata con Meloni, decide il passo indietro.

La lobby nera che sostiene la campagna elettorale Fdi a Milano. Dureghello: "Non c'è spazio per chi inneggia a Hitler"


La mossa annunciata formalmente ha come scopo calmare le acque agitate e le polemiche intorno al partito. Ma, nei fatti, l'attività di Fidanza e il suo ruolo tra Strasburgo e Bruxelles sono continuati esattamente come prima. Una sostanziale presa in giro, dunque. Se non altro del buon senso e del senso della vergogna (dopo avere chiesto le famose "100 ore di girato" Meloni si mostrò molto irritata per la vicenda).

Dov'è finito, Fidanza? Se lo erano chiesti in molti. Abbiamo ricostruito i suoi passi politici e il periodo seguito allo scandalo denunciato dall'inchiesta di Fanpage andata in onda a Piazza Pulita su La7. Ecco quello che ne è venuto fuori. Quarantacinque anni. Originario di San Benedetto del Tronto ma, di fatto, milanese (è stato un ultrà dell'Inter). Il 1 ottobre 2021 Fidanza si autosospende. Chi credeva che Meloni lo avesse messo ai margini, o comunque "silenziato", deve ricredersi. O meglio: il messaggio lanciato all'esterno voleva essere questo. La realtà è un po' diversa.

Dopo un lungo silenzio in plenaria a Bruxelles iniziato il 15 settembre 2021, Fidanza torna a parlare in aula il 9 marzo: ovviamente sempre in quota FdI (tra l'altro è attivissimo sui social con il logo del partito, e nessuno ha mai avuto né ha niente da dire). Ma la cosa più incredibile è che due giorni prima, il 7 marzo 2021, il compagno di cene del nazifascista Jonghi Lavarini risulta co-firmatario di una proposta di risoluzione del Parlamento europeo: su cosa? Sulla libertà di stampa e sulla protezione dei giornalisti in Messico. Un guizzo di leggera ipocrisia per un politico che – nell'inchiesta televisiva di Fanpage – sorrideva nel video coi fascisti irridendo un cronista scomodo e che, dopo il mandato in onda, parlava di montature giornalistiche.

Torniamo a Bruxellese, il luogo di lavoro di Fidanza. Il deputato partecipa a tutte le attività parlamentari e recentemente in un incontro con il ministro del turismo, il leghista Massimo Garavaglia, ha rivendicato con forza le scelte del partito facendosi portavoce delle istanze di Giorgia Meloni. Insomma: è ancora lui il volto di FdI in

Europa. Altro che sospensione. Le cronache europarlamentari vedono l'"autosospeso" Fidanza presenziare alla "prima" del report periodico pubblicato dall'intergruppo del Parlamento europeo sulla libertà religiosa di cui è co-presidente assieme a Peter Van Dalen del Ppe. Siamo a tre settimane fa. "Oggi gli occhi del mondo sono giustamente puntati sul martirio di Mariupol – dice Fidanza -, noi con questo rapporto vogliamo accendere i riflettori su altri martirio che si consumano quotidianamente nell'indifferenza generale e che riguardano milioni di fedeli, soprattutto cristiani, perseguitati in tutto il mondo per il loro credo".

Dio, patria e famiglia. E qualche saluto romano. Come quello che l'europarlamentare fa alla cena dove si raccolgono voti per la candidata al consiglio comunale di Milano, Chiara Valcepina (poi eletta), tra battute razziste e riferimenti al fascismo e al nazismo. Era il 30 settembre 2021. Sono passati sette mesi. Su Fidanza c'è un'inchiesta giudiziaria aperta. Ma per FdI quel braccio teso e l'indecente "heil Hitler" pronunciato al ritrovo nero sono già dimenticati. Acqua passata.

Sarà interessante vedere, a questo punto, se il 29 aprile Fidanza sarà presente – come ogni anno – alla tradizionale parata dell'estrema destra (CasaPound, Forza Nuova, Lealtà Azione) a Milano in ricordo di Sergio Ramelli, tra i consueti saluti romani e il rito del "presente". La novità dell'edizione 2022 – annunciata nella locandina – è la presenza come simbolo del gladio di Salò. Un richiamo plastico alla stagione tragica della Repubblica sociale e al regime fascista.

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