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Il tesoro di Bertolucci, l’ultimo imperatore del cinema. Sul nuovo Robinson

Ci sono case che non sono soltanto case, sono mondi: dove discutere, scoprire, imparare, creare. La casa romana del regista Bernardo Bertolucci, scomparso nel 2018, e della moglie Clare Peploe, che lo ha seguito nel 2021, è uno di questi meravigliosi mondi. A questo universo domestico, che è un pezzo di storia del cinema del Novecento, e all’esistenza che il regista premio Oscar vi ha trascorso, dedichiamo la copertina del nuovo Robinson, in edicola con Repubblica da sabato 16 aprile. Alberto Anile è entrato per noi nelle stanze di Bertolucci nel palazzo Torlonia di via della Lungara, e ci racconta come ogni oggetto, libro, quadro, poltrona parli di una vita in cui non c’è mai stata cesura tra vivere e fare film: dall’enorme acquaforte di Schnabel, due metri intitolata guarda caso “Le Tango”, in salone, alle teste di Stanlio e Ollio in terracotta, alle fotografie dei set e degli amici, da Pasolini all’ex moglie Adriana Asti, tutto ancora parla dei film che sono entrati nella memoria collettiva, da Novecento a Ultimo tango a Parigi all’Ultimo imperatore.

E a rievocare le sere a casa di Bernardo e Clare è Niccolò Ammaniti, scrittore e regista, che ha spesso frequentato via della Lungara. Intervistato da Clotilde Veltri, ci accompagna a casa Bertolucci. Dove si andava per discutere – di cinema, di tutto – perché al regista, anche nell’ultimo periodo funestato dalla malattia che l’aveva costretto sulla sedia a rotelle, piaceva portare il mondo dentro casa sua, e continuare a scoprire, a inventare, a mescolare la realtà e il grande schermo.

Sfogliando Robinson, incontrerete poi come sempre la nuova puntata delle cronache di Emmanuel Carrère del processo per la strage del Bataclan, le recensioni dedicate alle novità in libreria – tra gli altri, Mariarosa Mancuso recensisce Sorella, mia unico amore di Joyce Carol Oates appena uscito in una nuova edizione – e lo spazio dedicato ad un autore da riscoprire su suggerimento dei lettori. Questa settimana ci occupiamo di Marino Moretti; dello scrittore delle piccole cose quotidiane, che alla sua epoca fu considerato l’opposto del roboante D’Annunzio, scrive Paolo Di Paolo.

Nello spazio dedicato ai Festival, in occasione del festival del fumetto Comicon di Napoli, Alessandro Di Nocera ha intervistato per Robinson il grande disegnatore argentino Enrique Breccia, mentre Annarita Briganti ci accompagna alla scoperta della rassegna libraria Lucca Citta di carta, in programma nei prossimi giorni nella città toscana. Nelle pagine dedicate alla letteratura per i più piccoli, troverete invece l’articolo che J. Patrick Lewis, grande poeta americano per l'infanzia, ha scritto per noi alla vigilia della Giornata della Terra che si celebra il 22 aprile. Autore di un bellissimo albo sul tema, Lewis ci racconta infatti come la cura per il Pianeta passi attraverso l'attenzione per le piccole cose.

Nelle pagine dell’Arte, grande spazio al contemporaneo. Dario Pappalardo ha intervistato Andrea Lissoni, direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera, che a Robinson, proprio partendo dal programma dell’istituzione bavarese, spiega come saranno le mostre del futuro. E di futuro ha parlato Jacopo Cardillo, in arte Jago, con Stefania Parmeggiani, spiegandole come è riuscito a coniugare il desiderio di fare scultura e scolpire il marmo, il più antico e classico dei materiali, con i social network.

Nello spazio degli Spettacoli un’altra intervista, a Léa Seydoux, che da “La vita di Adele” a James Bond, fino al nuovo film di Cronenberg con cui sarà a Cannes, ripercorre con Arianna Finos il suo percorso che l’ha portata a diventare una star del cinema francese e internazionale.

Le pagine dei Fumetti questa settimana sono dedicati a due autori molto particolari: Florent Ruppert e Jérôme Mulot, entrambi sia autori che disegnatori. A Luca Valtorta hanno spiegato come è nato il primo volume (di tre) di La parte meravigliosa in uscita per Coconino Press: una incursione in una fantascienza molto vicina, dove consueto e straordinario sono sullo stesso piano. Frutto di un lungo retaggio legato alla sperimentazione, in cui il surrealismo e l’eredità della famosa rivista Harakiri si legano a una affilatissima ironia.

Nello Straparlando, Antonio Gnoli ha intervistato Giulio Busi, studioso di mistica ebraica e del Rinascimento italiano.

Infine, come sempre, il nostro torneo letterario, ideato da Giorgio Dell’Arti. La nuova sfida è dedicata ai graphic novel italiani. In questo numero, il tabellone con i titoli in gara e le regole della fase di qualificazione.

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