In apparenza, non è teatro nel senso più tradizionale. Exils intérieurs, che vede il regista israeliano Amos Gitai affondare il coltello della propria arte nella carne più viva e dolente del Novecento sul palcoscenico del Teatro della Pergola a Firenze, rinuncia a tutti gli elementi più accattivanti di uno spettacolo: nessun decor, nessuna inclinazione al naturalismo scenografico, ma un grande tavolo intorno al quale si siedono gli attori, alle prese con un collage di testi sul tema dell’artista in condizione di oppressione.
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