Cantiano (PU) – Eccolo il monte Catria, il picco più alto dell’appennino umbro-marchigiano, che si erge come sentinella a presidio della consolare Flaminia tra Gubbio e Urbino. Gole aspre, canyon, boschi impenetrabili, rifugio di eremiti. Come San Pier Damiani, che si rivolge così a Dante nel Paradiso: “Tra due liti d'Italia surgon sassi…e fanno un gibbo che si chiama Catria, di sotto al quale è consacrato un ermo, che suole esser disposto a sola latria”. Su quella montagna e intorno al monastero della Fonte Avellana (“l’ermo” di Pier Damiani, visitato dal Poeta), già intorno all’anno mille alcuni documenti attestano la presenza di allevamenti di cavalli “ad usum equitandi”, destinati a rifornire le cavallerie dei paesi limitrofi poi, più tardi, del Ducato di Urbino.
Una tradizione mantenuta in vita nei secoli e arrivata fino ai nostri giorni con il cavallo del Catria, l’unica razza autoctona delle Marche, conservata caparbiamente dalla Associazione Nazionale Allevatori a partire dagli anni Ottanta. Una razza forte, rustica, formata da fattrici abituate agli scarsi pascoli d’alta montagna, cavalle dal piede forte capaci di inerpicarsi per gli stretti tratturi tra i boschi. Una razza che, negli anni, dall’iniziale uso per il trasporto del legname, si è evoluta verso la sella e il turismo equestre. E che oggi conta fino a 800 esemplari riconosciuti dall’Anacc. Tra i tipi genetici che ne hanno plasmato la fisionomia moderna, l’Associazione degli allevatori menziona il possente French Montagne, ma anche il Maremmano, il Sella Italiano e il purosangue Arabo.
L’occasione per scoprire questa razza è la Fiera Cavalli di Chiaserna, nel week end del primo maggio. Un appuntamento che si è ritagliato ormai uno spazio importante nel panorama dell’equitazione nazionale. La Fiera di Chiaserna, alle pendici del Catria, secondo il sindaco Alessandro Piccini “è infatti ormai seconda solo a Verona come numero di presenze e importanza. L’ultima edizione prima del Covid, quella del 2019, è stata un successo con oltre diecimila partecipanti”. Giunta al suo 47 esimo anno di vita, la Fiera del cavallo del Catria, tradizionalmente fissata alla seconda domenica di Ottobre (quando le fattrici scendevano dai pascoli montani), da quest’anno si sdoppia con questo appuntamento di primavera. Una scommessa che, per il sindaco Piccini, “segna una volontà di rinascita e di ripartenza dopo la chiusura forzata a causa della pandemia”. Un territorio particolare, questo angolo di appennino umbro-marchigiano, votato alla tutela dell’ambiente e alla biodiversità. “Non a caso – fa notare il presidente della provincia di Pesaro, Giuseppe Paolini, precursore con la cooperativa Alce Nero dell’agricoltura sostenibile – proprio a Cantiano si tenne negli anni Ottanta la prima fiera del biologico in Italia”. Una tradizione antica, tanto che persino i Dogi mandavano le loro navi a caricare il fieno del Monte Catria per la cavalleria di Venezia.
La due giorni di Fiera cavalli, organizzata come sempre nel centro ippico La Badia, vedrà un clinic di Franco Giani, istruttore Parelli a 5 Stelle, una dimostrazione di attacchi e carrozze e lo spettacolo dei butteri. Oltre agli appuntamenti tipici della razza del Catria, come la prova dei cavalli nel carico del legname e la valutazione morfologica dei puledri, la Fitetrec-Ante presenta anche la gara nazionale di Mountain trail, una gimkana veloce e la gara regionale di monta da lavoro tradizionale. Ma oltre all’equitazione, ai concerti country, alle gare, ci sarà spazio anche per il salone delle tipicità del territorio: l’amarena di Cantiano, il tartufo di Acqualagna, le carni da allevamenti allo stato brado, la birra artigianale del Catria. (F.Bei)
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