Venti milioni di euro raccolti, 400 mila persone assistite, 200 salvate e portate in Italia, 10 mila volontari al lavoro sul campo, 500 tonnellate di beni consegnate, 8 tonnellate di cibo per animali e anche 5 mila uova di Pasqua spedite per alleviare le sofferenze e ridare un sorriso ai bambini fuggiti dalle loro case, che hanno visto orrore e distruzione. Eccoli i numeri enormi della Croce Rossa italiana, impegnata da settimane per l'Ucraina, snocciolati dal presidente Francesco Rocca, ospite di Adnkronos live.
'La Croce rossa italiana si è attivata da subito – ha detto Rocca – Il primo convoglio è partito due-tre giorni dopo l'inizio del conflitto era prevalentemente farmaceutico, l'ultimo quello partito in queste ore è prevalentemente alimentare, perché questi bisogni si sono aggravati".
Il presidente ha parlato di "generosità" e "fiducia" da parte dei cittadini che hanno donato fino a 20 milioni di euro che sono stati raccolti e con i quali si stanno inviando aiuti: ogni settimana partono e tornano dall'Ucraina due convogli della Croce Rossa. Al momento i volontari impegnati per l'emergenza sono circa 10 mila.
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"Non abbiamo fatto evacuazioni dalla prima linea – ha spiegato – abbiamo fatto evacuazioni dall'interno, da zone più sicure, di persone che però arrivavano dal quelle aree, come il Donbass. Al momento ne abbiamo portate in Italia 200, ma questo è solo il lavoro come Croce rossa italiana. Se guardiamo alle persone assistite dalla Croce rossa nel suo complesso parliamo di 400mila persone". Due "le evacuazioni particolarmente delicate eseguite per persone con gravi disabilità e che non erano autonome per raggiungere la frontiera. Noi di queste persone ci siamo fatti carico. Erano persone che lì non avevano possibilità di essere assistite e curate in maniera appropriata".
Poi ci sono i beni: 'Ad oggi oltre 500 tonnellate, tre le ambulanze nuove consegnate alla Croce Rossa ucraina, otto tonnellate di cibo che abbiamo mandato per gli animali per una richiesta arrivata tre settimane fa". In queste ore, la Croce Rossa ha anche deciso di inviare 5 mila uova di Pasqua per i bambini ucraini perché il 24 aprile si celebrerà la Pasqua ortodossa. Alleggeriranno – ha detto Rocca – le giornate difficili dei più piccoli".
E ancora, il presidente della Cri ha spiegato che 'ci sono degli hub all'interno dell'Ucraina e poi abbiamo creato dei punti di raccolta al confine con la Romania, come Croce Rossa Italiana insieme alla Croce rossa romena, in modo che possano entrare gli aiuti giornalmente in maniera ordinata e che non si crei una pressione ulteriore sui colleghi ucraini in un momento così impegnativo. Tutto è fatto per alleggerire la pressione e fare in modo che la Croce Rossa Ucraina possa dedicarsi il più possibile alle persone e non a dividere i pacchetti".
Quanto agli scenari, "sicuramente la zona di Mariupol è quella dove ci sono le maggiori difficoltà in termini di accesso. Ovviamente quella zona, parliamo quindi dell'area del Donbass, è quella più interessata dalle operazioni militari dopo che c'è stata questa uscita dall'area di Kiev ed è quella dove c'è il maggiore sforzo operativo in termini di evacuazione o di tentativi di portare aiuti. Ma i numeri più importanti sono in tutto il resto dell'Ucraina dove ci sono sei milioni di sfollati interni che sono in disperato bisogno di qualsiasi cosa". "A Mariupol – ha aggiunto – l'accesso adesso non lo abbiamo, noi siamo pronti se e quando si creeranno le condizioni per poter entrare a portare l'aiuto che serve a quelle persone che sono ancora intrappolate in quella porzione di territorio. Siamo pronti in termini sia logistici che umani per dare l'aiuto che servirà alla popolazione ucraina. Sicuramente la nostra presenza non verrà meno".
Rocca ha voluto anche precisare di essere "in contatto quotidianamente sia con i vertici della Croce Rossa ucraina che con i vertici della Croce Rossa russa per il coordinamento degli aiuti. Le nostre organizzazioni – ha affermato – sono neutrali. E l''esercizio della neutralità è l'aspetto più complicato del nostro lavoro, il silenzio che non è complicità ma che a volte viene confuso per tale. Il mio collega che è andato in Russia per incontrare il ministro degli Esteri Lavrov, come aveva fatto con le autorità ucraine, è stato sommerso di insulti e insieme a lui tutta la Croce rossa ma per noi è un dovere sempre parlare con tutti gli attori".
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