ROMA – È la sera dei miracoli. Dell'amico ritrovato, dei fischi trasformati in un boato. La linguaccia di Nicolò Zaniolo è una smorfia alla sorte, a due anni d'inferno, cancellati sotto il peso di tre gol che valgono una semifinale europea. S'era presentato al mondo con una doppietta al Porto, in Champions League. La prima tripletta da professionista gli restituisce una Roma che pareva ormai perduta, e che vale un'Opa sul resto della stagione: una Coppa da vincere, per interrompere il digiuno da trofei che dura dal 2008.
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