VENEZIA – Hanno sentito subito che quel respiro affannoso era il segnale che il cuore stava male e in un attimo sono intervenuti. Parliamo di quattro infermieri che lo scorso 12 aprile hanno salvato un passeggero in aereo, nel bel mezzo di un volo da Venezia a Parigi. Una catena di coincidenze ha fatto sì che l'uomo si salvasse. Senza il loro intervento la vita del lavoratore, 32 anni, sarebbe finita in poco tempo. Quella che poteva rivelarsi una tragedia è diventata invece una giornata che nessuno si dimenticherà mai. Per adesso l'identità dell'uomo è ancora sconosciuta, ma sicuramente per tutta la vita ringrazierà gli angeli che lo hanno soccorso letteralmente tra le nuvole.
L'episodio inizia martedì, quando gli infermieri Riccardo Baldo, Katia De Basi e Gina Valentino e l'operatrice sanitaria Tiziana Cavallarin, compagni di lavoro nel reparto di Cardiologia di Chioggia, si alzano all'alba per andare all'aeroporto Marco Polo di Venezia e imbarcarsi nel volo EJU3792 di Easy Jet. "Era un voucher che la compagnia ci aveva dato perché il volo originario era per Napoli, ma con la pandemia era saltato" racconta Baldo. "Era da due anni che aspettavamo di usarlo e avevamo deciso di andare a Parigi in giornata, partendo con il volo alle 6.15 e tornando con quello delle 21.40".
La prima coincidenza è che i quattro vengono messi tutti nella stessa fila, nonostante non avessero prenotato il posto. "Era mattina presto ed eravamo stanchi. Abbiamo scambiato qualche parola sul viaggio e poi, non appena abbiamo fatto silenzio, ho chiuso gli occhi. In quel momento ho sentito subito un respiro affannoso. Non ho fatto in tempo a girarmi per capire da dove provenisse che già la mia collega Gina stava chiamando il signore seduto dietro di lei nel posto vicino al finestrino".
In una manciata di secondi la professionalità prevale su tutto e i quattro distendono l'uomo sui sedili, gli alzano le gambe e cominciano a misurargli i parametri. "Aveva il volto bianco e sudorante e gli occhi già all'indietro" ricorda Baldo ripercorrendo quegli interminabili secondi. "Non aveva un cappotto, ma solo una camicia e una canottiera. Katya gliel'ha strappata e abbiamo avvertito il personale di portare il defibrillatore". Baldo inizia il massaggio cardiaco, ma il poggiolo del sedile che dà sul corridoio non si alza. L'altra coincidenza è che in quel momento arriva un signore robusto che prende l'uomo e lo distende sul corridoio. "Ho continuato a fare il massaggio cardiaco, ma non si riprendeva. Ho sussurrato a Katya che era morto e che avrei continuato perché era giovane. Dentro di me avevo paura che non ce la facesse, ma alla fine, quando stavamo per applicare il defibrillatore, è rinvenuto".
Il giovane uomo era in uno stato confusionale e non capiva che cosa fosse successo. Il personale di bordo aveva già preparato la maschera con l'ossigeno. "La prima cosa che ha detto è stata scusatemi, poi ci ha ringraziati" prosegue Baldo. Intanto gli stewards hanno chiamato in Francia i medici, avvisandoli che c'era una persona che si era sentita male. Quando l'aereo è atterrato i passeggeri hanno atteso che il personale medico francese salisse a bordo e lo portasse via, per dei controlli. Da quel momento le vite dei cinque non si sono più incrociate.
"Noi abbiamo proseguito la nostra gita salendo sulla Torre Eiffel, poi siamo andati a vedere da fuori il Louvre, abbiamo visitato Notre Dame e la Basilica del Sacro Cuore e poi siamo tornati indietro. E' stata una giornata indimenticabile".
Raccontata la storia sono stati ricoperti da un fiume di meritati complimenti, dal direttore generale dell'azienda Serenissima di Venezia Edgardo Contato al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, passando per amici, familiari e tante persone che li hanno ringraziati per aver salvato con prontezza la vita del giovane uomo.
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