AGI – Gli Stati Uniti si preparano a una guerra di lunga durata volta a scoraggiare qualunque tipo di trattativa: la previsione è di Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa, che commenta così la notizia della convocazione da parte del Pentagono delle otto principali aziende che producono armi negli Stati Uniti e dell'atteso annuncio del presidente, Joe Biden, di ulteriori 750 milioni di dollari in spedizioni di armi in Ucraina.
La nuova fornitura di armi promessa dagli Stati Uniti all'Ucraina fa pensare che "il governo di Kiev abbia perso gran parte dei mezzi e veicoli corazzati" nel conflitto in corso e che i soldati russi "abbiano distrutto una parte consistente dell'apparato industriale che serve per riparare questi mezzi o fare la necessaria manutenzione".
L'incontro potrebbe essere anche l'occasione perchè il Pentagono, che forse comincia essere a corto di scorte interne di missili, aggiorni le sue commesse. Di certo gli obiettivi attuali dell'amministrazione Biden non sono gli stessi dell'Europa, "il cui interesse sarebbe puntare a una conclusione più rapida della guerra".
Le armi che servono a Kiev
Secondo il Pentagono, le armi più utili a Kiev sono i sistemi più piccoli, come i missili anticarro Javelin e i missili antiaerei Stinger, che Washington e gli alleati spediscono in Ucraina quasi quotidianamente. "Oltre a questo si parla anche di altre forniture che possono far fare un salto di qualità, come obici o cannoni di produzione americana; e questo può significare che gli Stati Uniti si preparano a una guerra di lunga durata volta a scoraggiare qualunque tipo di trattativa", spiega Gaiani.
Una scelta che "potrebbe comportare l'avvio di linee di produzione per fornire agli ucraini questo tipo di armi in una forma continuativa nel tempo e con una certa pianificazione".
Il governo di Kiev, del resto, ha già ricevuto in quantità mezzi come gli Humvee corazzati e le nuove richieste in tal senso "fanno pensare che una gran parte dei veicoli di questo tipo sia andata distrutta". E' difficile invece dire se questa nuova cospicua fornitura di armi possa risultare decisiva per le sorti della guerra perchè, ad oggi, "non abbiamo fonti neutrali che possano dirlo", spiega Gaiani.
"Per gli ucraini si tratta di armi vincenti mentre i russi hanno mostrato diverse immagini in cui queste armi sono state catturate sui campi di battaglia e poi girate alle milizie filo russe del Donbass".
La cosa più probabile però è che "aumenteranno il prezzo di sangue che i russi dovranno pagare in questo conflitto".
La probabile mossa di Mosca
La strategia che le truppe di Mosca potrebbero continuare ad adottare è quella di provare a tagliare i flussi di approvvigionamento di armi, carburante e soldati "colpendo come già stanno facendo le ferrovie e i depositi" ovvero tutta la logistica "che si trova nella parte occidentale del Paese, soprattutto tra Leopoli e Kiev".
Secondo Gaiani, sono due le tipologie di armi che vengono consegnate agli ucraini: "Quelle di tipo russo-sovietico" che arrivano spesso come 'usato sicurò "dai Paesi dell'Est Europa che le hanno in deposito come Repubblica Ceca, Slovacchia o Polonia" e quelle di origine occidentale "sulle quali i soldati ucraini vengono addestrati sia in patria che in Paesi come Stati Uniti e Gran Bretagna".
L'Europa, infine, invia a Kiev armi che sono in dotazione 'standard' alla Nato "anche se con le loro specificità". Un discorso che vale anche per il nostro Paese: "Secondo fonti di stampa italiane, potrebbe aver fornito anche missili anticarro Milan, sostituiti da armi più moderne presso il nostro esercito", conclude l'esperto.
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