AGI – “E abbiamo piste infinite/ negli aeroporti d'Argentina/ Lasciami la mani che si va”, cantava Ivano Fossati in una delle sue canzoni più belle, ‘Gli italiani d'Argentina'. Ricardo Sosa, segretario generale del Turismo di nomina governativa, è alla Bit, la Fiera del turismo milanese, per parlare di come intende rilanciare il turismo italiano dopo il Covid e di come le piste degli aeroporti si affolleranno presto di nuove possibilità per i viaggiatori.
Da giugno 5 voli di Ita a settimana
“Prima della pandemia – spiega Sosa all'AGI – l'Italia era tra i primi tre Paesi per numero di turisti che entrano ogni anno in Argentina, con 140mila ingressi. Siamo qui alla Bit per spiegare non solo come tornare a quei livelli ma come vogliamo andare oltre. E abbiamo molte carte da giocarci”.
La prima “è che il 90 per cento degli argentini ha almeno una dose di vaccino, l'80 per cento due, il che garantisce la massima sicurezza dal punto di vista sanitario. Durante l'estate finita ora in Argentina hanno circolato 25 milioni di turisti argentina, che dimostra l'efficienza dei protocolli”.
C'è poi la novità più attesa: “Da inizio giugno le compagnie aeree argentina riprenderanno i voli verso l'Italia. In Fiera sono venuti con noi diversi imprenditori con l'obbiettivo di piazzare l'Argentina tra le principali mete degli italiani nelle agenzie di viaggi. Abbiamo preso contatti con diverse compagnie aeree tra cui Ita che da giugno intensificherà l'offerta, con 5 voli da Roma di Ita a Buenos Aires a settimana”.
Le nuove destinazioni
L'Argentina che si riapre al mondo sceglie vuole farlo anche in vesti insolite. “La piacevole sorpresa è che i tour operator ci chiedono di scoprire anche mete nuove, come il nord del Paese, oltre quelle tradizionali: la Patagonia, Buenos Aires, Mendoza coi suoi vini, le cascate dell'Iguazù. Quando parliamo con gli italiani, sentiamo che c'è un sentimento di amore per il nostro Paese che in sé racchiude tutto: spiagge, natura, città storica, paesini originali, il tango, il vino, l'Antardide, Ushuaia, la ‘fine del mondo'”.
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