MILANO – Prima dello scoppio della guerra in Ucraina la produzione industriale era tornata a salire con decisione, recuperando il calo a cavallo tra la fine del 2021 e l'inizio del 2021. Secondo i dati Istati, infatti, a febbraio la produzione industriale (secondo l'indice destagionalizzato) ha registrato un rialzo del 4% su gennaio. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2022 l'indice complessivo aumenta poi in termini tendenziali del 3,3% ed è positivo anche il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l'inizio dell'emergenza sanitaria: il livello destagionalizzato dell'indice di febbraio 2022 è maggiore del 2,5%. Nella media degli ultimi tre mesi invece la dinamica congiunturale resta negativa (-0,9%).
Dati che ovviamente suonano un po' antichi, alla luce di quel che è successo dal 24 febbraio in avanti. Lo stesso ministro dell'Economia, Daniele Franco, parlando ieri del quadro disegnato dal Def del governo ha detto di aspettarsi una "flessione del Pil nel primo trimestre dovuta soprattutto alla produzione industriale", e poi una "graduale ripresa nei prossimi trimestri, scenario in cui la crisi attuale verrebbe gradualmente superata".
In attesa di potere dunque calcolare gli effetti del conflitto e della conseguente crisi energetica, l'indice destagionalizzato mensile di febbraio mostra aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie: variazioni positive caratterizzano, infatti, i beni di consumo (+5,2%), i beni intermedi (+3,5%), i beni strumentali (+2,7%) e, in misura inferiore, l'energia (+0,9%).
L'Istat spiega inoltre che in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a febbraio 2021), sia l'indice generale sia quelli settoriali mostrano aumenti apprezzabili. Incrementi tendenziali rilevanti caratterizzano i beni di consumo (+5,8%), l'energia (+4,5%), e i beni strumentali (+2,8%); più contenuta è la crescita per i beni intermedi (+1,6%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+16,8%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+11,7%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+8,3%). Flessioni tendenziali si registrano invece nelle attività estrattive (-15,0%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-3,8%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-2,9%).
La nota mensile sull'andamento dell'economia: "Da guerra incertezze ma difficile misurare l'impatto"
La nota mensile sull'andamento dell'economia oltre a ripercorrere i dati diffusi nel mese di marzo mette sotto i riflettori il conflitto in corso in Ucraina. "Alla crisi sanitaria in attenuazione si è sovrapposto il conflitto tra Russia e Ucraina che ha aumentato l'incertezza e accentuato fortemente le tensioni nei mercati delle materie prime", sottoline l'Istat aggiungendo che "l'impatto della guerra sull'economia italiana rimane di difficile misurazione e si innesta all'interno di una fase del ciclo caratterizzata da una crescita di alcuni settori economici, degli investimenti e del mercato del lavoro".
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