C'è il rischio concreto che possano venire a mancare le materie prime per eseguire i test diganostici. A lanciare l'allarme è stata Confindustria Dispositivi Medici e ora le fa eco la Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica-Medicina di Laboratorio (SiBioc). Il motivo? Non c’è una causa sola ma diverse concause, tra le quali anche la guerra, come spiega la società scientifica. Negli ultimi due anni, infatti, Covid ha richiesto una enorme quantità di test diagnostici e a questo si aggiunge la messa al bando della plastica, che non è stata ancora sostituita da un altro materiale e rende difficile reperire le provette. Recentemente, inoltre, si registrano ritardi dovuti alle rotte alternative che devono seguire gli aerei: la maggior parte dei recipienti e dei reagenti, infatti, proviene dalla Corea del Sud, ma da oltre un mese non è più possibile sorvolare Russia e Ucraina.
Ecco perché biologi, medici, chimici e tecnici impegnati nei laboratori clinici chiedono l’attenzione delle Istituzioni sanitarie affinché si individuino criteri e procedure per sostenere i laboratori medici che potrebbero trovarsi ad affrontare situazioni di emergenza dovute alla carenza di diagnostici e tecnologie, definendo priorità di assistenza e di cura.
di
Dario Rubino
“E’ di estrema preoccupazione l’allarme lanciato da Confindustria Dispositivi Medici sulla difficoltà di approvvigionamento di diagnostici in vitro e sulla conseguente difficoltà a soddisfare i contratti in essere, sia in termini di volumi e tipologia di fornitura sia di valorizzazione economica", dice Tommaso Trenti, presidente SiBioC. Se come società scientifica comprendiamo il rischio per le imprese del diagnostico di essere inserite nel casellario informatico dell’Anac segnalate per inadempienza contrattuale, oltre a tutte le difficoltà dovute all’aumento dei costi e con la conseguente richiesta di revisione dei contratti, grande è la preoccupazione per i laboratori medici di dover gestire una situazione senza poter agire sulle cause che l’hanno creata, spiegano gli esperti: "La carenza delle forniture rende potenzialmente impossibile per i laboratori medici soddisfare le esigenze cliniche, con ricadute negative sul paziente, sull’intero sistema sanitario nazionale e sull’accesso alle cure”.
di
Barbara Orrico
Come si può allora soddisfare le esigenze cliniche e garantire la qualità delle prestazioni diagnostiche sempre a livelli di eccellenza? Come possono i laboratori medici continuare a eseguire gli accertamenti diagnostici nel rispetto della sicurezza del paziente? “Unica possibile risposta – continua Trenti – è definire una strategia di azioni pianificate e di priorità riconosciute con tutti gli stakeholders – Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, Assessorati Regionali, Società scientifiche, Associazioni di pazienti – per fornire un chiaro indirizzo per prevenire ulteriori criticità a danno del sistema delle cure nelle sue articolazioni e dei cittadini”.
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