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Covid, primi test vaccino per pazienti oncologici: “Efficacia al 93 per cento”

La lotta al covid potrebbe avere presto un nuovo alleato, pensato per le persone con problemi del sistema immunitario, ad esempio i malati di cancro: è CoVac-1, un vaccino a dose singola che, testato su persone in cura per linfomi e leucemie, per questo privi della difesa offerta dai linfociti B, induce una forte risposta da parte dei linfociti T.

A darne notizia il gruppo di Juliane Walz, del Policlinico Universitario di Tübingen in Germania durante il meeting annuale della Associazione Americana per la ricerca sul cancro in corso a New Orleans.

I risultati della prima fase del trial

Nel trial clinico di fase I, 14 pazienti oncologici (il 64% dei quali già vaccinati senza successo con i vaccini approvati contro il covid) sono stati trattati con il nuovo vaccino e il 93% di loro ha dimostrato una forte risposta immunitaria specifica da parte dei linfociti T, 28 giorni dopo la somministrazione.

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La differenza con gli altri vaccini

I vaccini in uso contro il Covid, in particolare quelli a Rna messaggero, basano il loro funzionamento sulla risposta dei linfociti B, cellule immunitarie spesso compromesse nei pazienti in cura per tumori del sangue. CoVac-1 è un vaccino a 'peptide', cioè si iniettano direttamente gli antigeni, le molecole del virus che inducono la risposta immunitaria. In particolare per CoVac-1 gli antigeni iniettati sono 6 e non si limitano, quindi, solo alla proteina spike, offrendo anche la promessa di una protezione a più ampio spettro contro le diverse varianti del virus.

"Le risposte dei linfociti T contro il SARS-CoV-2 sono di particolare importanza per pazienti carenti di cellule B, che sviluppano una risposta anticorpale veramente limitata in seguito a infezione o a vaccinazione", spiega Claudia Tandler, ricercatrice che ha presentato lo studio.

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"L'immunità mediate dai linfociti T è indispensabile per lo sviluppo di risposte antivirali protettive, e precedenti evidenze hanno dimostrato che i linfociti T possono combattere il COVID-19 anche in assenza di anticorpi neutralizzanti", normalmente prodotti dalle cellule B. Questo studio apre quindi alla realizzazione di un trial di fase II/III per verificare la bontà del vaccino CoVac-1 su un gran numero di pazienti.

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