La prima cosa bella di martedì 12 aprile 2022 è la sinistra francese, la vituperata gauche, avec o sans caviar, che perde sempre, ma evita la vittoria del peggiore. Speriamo.
Questa elezione francese viene raccontata in un modo strano. Per mesi il protagonista è stato un ineleggibile, questo Zemmour che ha avuto cento volte più attenzione di Mélenchon e preso alla fine un terzo dei voti. Che poi Mélenchon ne ha avuti un pugno in meno della stessa Le Pen. Se sommate i suoi a quelli di tutto il frastagliato e al solito crepuscolare arcipelago della sinistra, viene fuori che conta più della strombazzata destra e più di Macron, che punta all’Eliseo con poco più di un quarto (o meno di un terzo, fate voi) dei consensi.
Se ci riuscirà, sarà perché la maggior parte (la stragran parte) degli immalinconiti a gauche avranno votato per lui, evitando di consegnare un altro pezzo d’Europa, un avamposto d’occidente, a chi fa della discriminazione una bandiera, del suo condominio la patria e non ha distinto Putin dal cugino che gioca a risiko.
Per evitare la sconfitta di tutti bisogna alla fine confidare nei perdenti. La gauche non è viva, vive la gauche!
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