Un uccello che, faticosamente e con gradualità, stava tornando a volare, ma che proprio mentre riprendeva quota si è trovato con le ali tarpate dalla guerra. E ora le prospettive sono nuovamente incerte. Ecco la situazione del turismo in Italia al momento, vista dalla Bit, la Borsa italiana del turismo appena iniziata alla Fiera di Milano: un migliaio di espositori, dai Paesi di mezzo mondo alle piccole realtà locali. Qui però si ostenta ottimismo: "Ci salveremo col turismo di prossimità, quello degli italiani in Italia, che quest'anno sarà ancora la netta maggioranza", pronostica Giorgio Palmucci, presidente dell'Enit, l'ente nazionale turismo, anzi l'Agenzia nazionale turismo, come si è appena ribattezzata. "Certo, un paio di mesi fa eravamo più positivi, non tanto per l'azzeramento degli arrivi dalla Russia, che valevano per il 2-3%, ma per l'aumento dei costi delle materie prime e perché per un americano o un cinese la guerra è "in Europa", Italia o Ucraina sono pressoché la stessa cosa". E quindi? "E quindi puntiamo su un turismo europeo, dai Paesi che parlano tedesco e da quelli del Nord, e soprattutto un turismo italiano, perché gli italiani ancora non conoscono l'Italia e c'è tantissimo da scoprire al di là di Venezia e Firenze, e c'è qualcosa in ogni stagione. Dovremo cavarcela così fino al 2024: il turismo non tornerà alla situazione pre-Covid prima di allora".
Il primo banco di prova è imminente: la Pasqua, per cui si calcola che circa 14 milioni di italiani, un quarto della popolazione, si muoveranno per qualcosa di più della gita fuori porta. "E stiamo vedendo un po' di luce proprio per questa festività – sorride Federico Scaramucci, di Inside Marche Live, associazione dei tour operator della regione – Turismo di prossimità vuol dire anche scegliere realtà più piccole, non la città, ma i borghi o i colli. E su questo ci sentiamo forti, perché offriamo di tutto, dal mare alla montagna al piccolo borgo, e siamo attrezzati per un turismo individuale, non organizzato. Certo, abbiamo le nostre perdite: eravamo una delle mete predilette dei ricchi russi, che atterravano ad Ancona per poi andare a fare acquisti di massa nei calzaturifici artigianali. Ma abbiamo un cauto ottimismo perché la guerra non ha interrotto del tutto prenotazioni e richieste di informazioni: tante realtà registrano già il tutto esaurito per luglio e agosto". Sarà (o dovrebbe essere, visto che tutto può accadere nel mondo) una bella estate anche in Friuli Venezia Giulia: "Al momento – dicono allo stand regionale – il trend di prenotazione per i mesi centrali dell'anno è superiore a quello dell'estate 2021. I migliori dati sono proprio per Lignano e Grado, mentre reggono comunque Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia" .
Un altro settore che si sta risollevando è quello dei pacchetti di viaggi che promettono esperienze e avventure. "Una filosofia che piace di questi tempi – spiega Isabella Pillolo, del tour operator specializzato Earth Viaggi – anche se è vero che non siamo un viaggio da improvvisare, ma da programmare, e non è facilissimo con una guerra così imprevedibile in corso. Però mete come Giordania, Islanda, Perù, Patagonia piacciono sempre parecchio". È proprio il conflitto in Ucraina ad aver tolto ottimismo a Gabriele Milano, direttore nazionale di Fto, associazione di categoria dei tour operator: "Fino ad allora la ripresa era netta, l'abolizione delle restrizioni ai viaggi stava facendo impennare prenotazioni e richieste. Poi non c'è stato un blocco, ma una frenata sì. E l'aumento dei costi delle materie prime sta limitando la capacità di spesa dei potenziali viaggiatori e aumenta le bollette degli operatori, Chiederemmo più attenzione al governo. Anche perché io ho una paura: che alla fine il turismo domestico se ne resterà in attesa e quello internazionale sceglierà altre mete".
Però c'è anche chi dalla guerra rischia di guadagnare, turisticamente parlando. "Dai primi dati – sorride Hektor Kadri, manager dell'attività internazionale del Brasile – molti turisti europei ci stanno scegliendo per le vacanze proprio per scappare migliaia di miglia lontani da tutto quel che sta succedendo. Insomma, si va dall'altra parte del mondo per godersi le meraviglie della natura e tutte le le altre che possiamo offrire. Per questo stiamo investendo molto sulla sicurezza, combattendo sia il Covid che la violenza che molti turisti temono. Ce la siamo cavata anche noi con il turismo interno, che non era mai stato granché da noi, ma adesso è il momento di riaprirci.E puntiamo moltissimo sul turismo italiano. Certo, ci serve che ripartano i voli: in tempi normali erano 28 a settimana, al momento siamo a 3. ma con maggio tutto tornerà come prima".
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