Il "diritto alla riparazione" segnerà il declino di una società usa e getta. Questo è l'obiettivo del Parlamento Europeo, che punta a una normativa per garantire prodotti più durevoli e facilmente riparabili, una miglior etichettatura e l'estensione della garanzia.
Il 7 aprile, gli eurodeputati hanno approvato una risoluzione che contiene una serie di proposte, indirizzate alla Commissione Eu, per rendere le riparazioni sistematiche ed efficienti in termini di costi. La proposta sta seguendo l'iter istituzionale e diventerà un atto legislativo nel terzo trimestre del 2022.
Riciclo
di
Jaime D'Alessandro
Ad oggi non esistono norme specifiche per la riparazione dei prodotti. "Produciamo 4 miliardi di rifiuti elettronici l'anno" ha spiegato in plenaria Anna Cavazzini, europarlamentare e autrice della proposta di risoluzione (Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea). "Questo è il flusso di rifiuti che cresce più rapidamente nel mondo. Il tempo di utilizzo di uno smartphone non supera i tre anni. In un cellulare, ci sono terre rare, 16 tipi diversi di metalli. Alcuni di questi arrivano dalla Russia. E ora ci rendiamo conto quanto può essere complicata questa dipendenza".
"Se tutto il mondo consumasse come l'Europa, servirebbero due pianeti e mezzo. Dobbiamo superare la mentalità del produrre e consumare, e pensare a un sistema più sostenibile che passi dalla riparazione e dal riutilizzo" ha dichiarato Christel Schldemose (Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialistici al Parlamento Europeo). Gli eurodeputati chiedono che i prodotti siano progettati per essere riparati in modo sicuro. Ciò comporta che i loro componenti siano facilmente rimovibili e sostituibili. Il "diritto alla riparazione" dovrebbe coprire il ciclo di vita dei prodotti, partendo dalla progettazione e dai principi etici fondamentali della produzione, fino all'armonizzazione dei protocolli di valutazione e all'informazione ai consumatori, compresa l'etichettatura sulla riparabilità.
L'etichetta che oggi noi vediamo sui prodotti indica consumi ed efficienza. Non è sufficiente, dobbiamo fare un passo in più. Aggiungere i dati sulla riparabilità e riciclabilità attraverso strumenti intelligenti, come i codici QR. "I consumatori devono poter riconoscere la riparabilità e la durata di un prodotto dall'etichetta che sia chiaramente leggibile mentre stanno facendo la loro selezione" ha aggiunto Cavazzini.
Il diritto alla riparazione è una delle iniziative legislative chiave del programma di lavoro della Commissione per l'anno in corso. "Il diritto dei consumatori di riparare i prodotti a un prezzo accessibile sarà rafforzato con l'obiettivo di estendere la vita utile delle merci" afferma V?ra Jourová, vicepresidente della Commissione europea responsabile per coordinare le politiche sui valori e la trasparenza. "Con la proposta del 30 marzo, abbiamo introdotto nuovi strumenti per i tribunali nazionali per proteggere i consumatori da pratiche sleali, per esempio l'obsolescenza precoce".
L'intenzione della Commissione è di riconciliare tutti gli aspetti del consumo sostenibile: gli interessi dei consumatori, dell'industria di produzione e quelli del dettaglio e della riparazione. "Dobbiamo evitare costi sproporzionati. Deve essere una situazione win-win, in cui tutti vincono. E non dobbiamo impedire l'innovazione con l'introduzione di misure che andrebbero contro lo sviluppo tecnologico. L'innovazione deve servire anche per facilitare un consumo più sostenibile" ha concluso Jourová.
Gli eurodeputati chiedono più incentivi per i consumatori per rendere più allettante la riparazione rispetto alla sostituzione, come la fornitura di un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione e una garanzia più lunga per certi prodotti. "Noi chiediamo anche di considerare una responsabilità rafforzata per i produttori" ha ribattuto Cavazzini. Forse in Europa sta riaffiorando la cultura tipica delle vecchie generazioni, che praticavano la magia della riparazione.
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