AGI – Un bagno di realismo, quel 'realismo visionario' che molto tempo prima un suo connazionale, Honore de Balzac, aveva grandemente descritto nelle "Illusioni perdute". Cosi' Eric Zemmour, come Lucien, ha pagato stasera lo scotto di un sogno troppo grande e, dopo aver accarezzato in autunno il secondo turno alle elezioni presidenziali, è brutalmente ritornato sulla terra. Fuori dai giochi, quarto in classifica con solo il 7% circa delle preferenze, con un partito, 'Reconquete', che non sa ora dove andare. Unica consolazione, forse, la picchiata storica di Valerie Pecresse, piombata nell'abisso del poco sopra il 4%, un risultato che i gollisti non vedevano da tempo.
Commosso, Zemmour si è ritrovato questa sera davanti ai suoi sostenitori riuniti a la Maison de la Mutualitè a Parigi. Ha chiesto scusa per aver "commesso errori", e li ha invitati umilmente a "votare per Marine Le Pen".
"Ho avuto disaccordi con Marine – ha ricordato – ma Macron ha fatto entrare 2 milioni di immigrati e farà peggio se rieletto. Per questo lancio un appello ai miei elettori a votare per lei al secondo turno", ha affermato Zemmour. "Si', siamo delusi – ha osservato il leader tentando di guardare avanti e di dare una speranza ai suoi fan – ma abbiamo guadagnato potenza ed esperienza in questa campagna. Ci proiettiamo già verso il futuro. Il nostro movimento non lascerà perdere nulla fin quando la Francia non sarà riconquistata. Sono determinato a proseguire la lotta".
E in merito agli errori commessi ha aggiunto, "mi assumo tutta la responsabilità". Nella sala il grande rimpianto. "Un risultato rachitico" commenta qualcuno. "è la conseguenza dell'inesperienza e, forse, di un elettorato potenziale troppo giovane. Si tratta degli amici di Sarah (Knafo la sua compagna e stratega, ndr)".
Il giornalista era riuscito a mobilitare in poco tempo intorno a sè un grande consenso ma, commentano altri sostenitori "non è riuscito a rovesciare il tavolo", né "a incidere sul duello preannunciato tra Macron e Le Pen". La sua campagna è stata fenomenale ma anche una strada percorsa da polemiche: quelle sulle sue posizioni sull'immigrazione, sulle sue battute al vetriolo, sulle violenze infine registratesi alla riunione di Villepinte a inizio dicembre.
Le inchieste e, per finire, a marzo, i cori su "Macron assassino", ciliegina sulla torta di un'immagine ormai degradata. "Non ha avuto campagna, è stato demonizzato ed è finito in un bagno di fango" ha commentato uno dei transfughi della le Pen. Ora Zemmour dovrà riconciliare il suo campo con quello di Marine, non sarà un compito facile ma forse, in nome del "Tutto fuorchè Macron", si potrà riportare la serenità e far ripartire la 'Reconquetè.
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