"Non posso avere fiducia in un governo che non ascolta la città". Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, parlando dei problemi del Comune a chiudere il bilancio a causa dell'emergenza Covid senza aiuti da parte dello Stato, nel corso del Consiglio comunale dedicato a questo tema a cui partecipano anche parlamentari lombardi di centrodestra e centrosinistra. Negli ultimi anni il governo "ha sempre celebrato Milano come suo traino – ha aggiunto – per Expo, per le Olimpiadi, per la nostra forza propulsiva, per l'attrattività delle nostre università, un governo che adesso sembra così lontano. Della buona performance di Milano ne hanno tratto beneficio i milanesi ma anche molto il Paese".
Comune, ultimo appello salva-conti: "Milano non può fermarsi adesso"
di
Federica Venni
Sala ha poi ricordato che dal governo il Comune di Milano ha ricevuto 478 milioni nel 2020 e 467 nel 2022, "e per il 2022? La risposta da Roma per ora è zero o giù di lì – ha detto Sala -. Come se nel 2022 i problemi fossero risolti, è evidente che non si può costruire un bilancio equilibrato con numeri del genere"."Al momento – ha aggiunto – abbiamo congelato una parte della spesa ed è evidente che se sarò costretto a fare tagli, li farò perché è una mia responsabilità. Ma non posso esimermi dal dire che non ho fiducia di un governo che non vuole affrontare questa evidenza".
Davanti ai consiglieri e ad alcuni parlamentari lombardi di centrosinistra e centrodestra Sala ha detto: "È importante che siate qua oggi, perché c'è qualche perplessità sull'azione del governo. Sono molte settimane che cerchiamo di discutere io e i rappresentanti della giunta, però il tempo passa e non siamo riusciti ad avere nessuna risposta", ha aggiunto Sala parlando dell'aiuto economico che servirebbe al Comune da parte del governo per chiudere i conti. Secondo il sindaco dopo il Covid Milano "ha una situazione più delicata rispetto ad altre città. Qui c'è un paradosso perché le città più virtuose che generavano entrate extra tributarie ora pagano un pegno maggiore e sono in difficoltà".
Infine Sala ha parlato del meccanismo perequativo che alimenta un fondo di solidarietà tra i Comuni italiani ridistribuendo le somme dell'Imu, in modo che alcuni Comuni non vengano penalizzati. "Con questo meccanismo da molti anni Milano registra una penalizzazione rilevante, questo nella misura di 130 milioni. Nel dare e nell'avere abbiamo un negativo di 133 milioni – ha concluso Sala -. E non ce ne siamo mai lamentati, non lo faremo nemmeno oggi perché è un meccanismo che ha la sua rilevanza". Commenta il senatore Pd Franco Mirabelli: "Oggi in Consiglio Comunale, il Sindaco Beppe Sala e l'assessore Conte hanno posto all'Esecutivo e ai Parlamentari questioni importanti a cui il governo deve garantire risposte. La ripartenza di Milano e della sua Città Metropolitana è decisiva per la ripresa di tutto il Paese e la necessità di garantire i livelli di servizi che aiutano le famiglie e le persone che più hanno bisogno è fondamentale per lo sviluppo sostenibile della città. La fine dello stato di emergenza non comporta il ritorno per i Comuni alle entrate di prima della pandemia e in Parlamento occorre lavorare perché nella risoluzione che approverà il DEF sia chiaro che serve sostenere i Comuni di fronte agli aumenti delle bollette e delle materie prime ma anche per la riduzione delle entrate dalle attività che non sono ancora riprese a pieno regime. Si può e si deve provare a intervenire sul Decreto che sarà fatto dopo Pasqua per liberare risorse anche in questo senso. Tutto ciò tenendo conto che, se è necessario, uno scostamento di Bilancio da parte del Governo, per non dover tagliare i servizi, dovrà essere fatto". D'accordo la parlamentare Barbara Pollastrini: "Milano non si è mai tirata indietro nel dare una mano all'Italia. Ma adesso il governo deve ascoltare le ragioni del sindaco Sala. Le sue richieste sono sagge, giuste e avrà il sostegno di noi parlamentari Pd: senza uno stanziamento mirato del Tesoro, come ha detto il capogruppo Filippo Barberis, si mettono a rischio servizi e opportunità di lavoro nell'area metropolitana più densa e decisiva per la competitività dell'intero paese. Sono stati anni di bilanci virtuosi, di investimenti e di solidarietà. Le risorse per Milano sono risorse ben spese per aiutare il futuro e consolidare la credibilità dell'Italia in Europa".
Bilancio a Milano, polemica Moratti-Sala: "Sbagliato congelare fondi per il Welfare"
"Considero la decisione, annunciata dalla giunta del Comune di Milano, di 'congelare' 200 milioni di euro", di cui una parte destinata al Welfare, "una scelta estremante dannosa. Per questo motivo, oggi ho scritto una lettera al sindaco Giuseppe Sala chiedendogli di rivedere da subito la decisione assunta". Lo fa sapere la vicepresidente lombarda Letizia Moratti, in relazione alla decisione di Palazzo Marino di congelare, in via precauzionale, 200 milioni di spese corrente, la cifra mancante nelle casse del Comune. In un momento storico "che ci vede finalmente impegnati verso l'uscita della fase pandemica", acuita però "da seri problemi economici conseguenza dell'emergenza Covid prima e della guerra in Ucraina ora", secondo Moratti "tale decisione mette tantissime famiglie milanesi in crisi". Infatti "tra tutte le spese comprimibili in un bilancio comunale – aggiunge – non si può certo far leva sulle spese destinate a servizi sanitari e del Welfare, facendo venir meno ogni più elementare concetto di equità sociale". Tutto ciò "mentre Regione Lombardia è fortemente impegnata proprio sul fronte dell'assistenza sanitaria e sociale per una concreta equità". Insomma, "trovo dunque inconcepibile che il capoluogo della Regione, città da sempre caratterizzata dall'aiuto reciproco e dallo spirito di collaborazione – conclude – dia un segnale diametralmente opposto a ogni elementare concetto di solidarietà". Risposta dura del sindaco: "Questo vuol dire che ha leggiucchiato i giornali e non ci ha capito granché. Pensavo che dovesse occuparsi della riforma del disastrato sistema sanitario lombardo, ma evidentemente ha altri pensieri in testa. Rassicuro comunque l'assessora Moratti, noi stiamo cercando con il governo una forma per non tagliare nulla. Ma ci penseremo noi, saremo in grado di gestire la cosa senza i suoi preziosi suggerimenti".
Consiglio comunale di Milano, polemica di La Russa (FdI)
Ed è polemica a margine del Consiglio da parte del senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa. In aula sono stati invitati dai consiglieri comunali alcuni parlamentari lombardi di centrodestra e centrosinistra per ascoltare il dibattito e portare al governo il messaggio di Milano. Inizialmente era previsto che non intervenissero, cosa che è cambiata durante la seduta per le proteste di alcuni consiglieri e di La Russa. Quello del Comune "è un invito offensivo perché prima di tutto non mi inviti a casa mia, visto che questa è la casa dei cittadini, e comunque se mi inviti mi fai parlare – ha osservato La Russa -. Quando invito qualcuno a casa mia lo faccio parlare e questo è indicativo di come considerano il Comune, come se fosse cosa loro". La delegazione di parlamentari di Fratelli d'Italia non si è seduta quindi per protesta all'interno dell'aula ma nella parte riservata al pubblico e alla stampa. "Abbiamo deciso di non intervenire – ha spiegato La Russa – perché comunque questo invito a farlo è tardivo". In aula oltre a Ignazio La Russa e Daniela Santanché di Fratelli d'Italia erano presenti Igor Iezzi, Laura Ravetto, Federica Zanella della Lega, Graziano Musella di Forza Italia, Maurizio Lupi di Noi con l'Italia, Simona Malpezzi, Luigi Comincini, Barbara Pollastrini, Pierfrancesco Majorino e Franco Mirabelli del Pd.
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