Volevano schiaffeggiarlo, gli hanno mimato il gesto del taglio della gola. Gli è stato impedito di calciare un rigore. Alcuni ultras di casa sono entrati sul terreno di gioco dello "Zaccheria" a caccia dell'ex Pietro Iemmello. Follia a Foggia, nella partita contro i rivali del Catanzaro. Invasioni di campo, insulti, tentate aggressioni, lancio di fumogeni.
Tutto è iniziato sul 5-1 per gli ospiti. Sul dischetto c'è Iemmello, già autore di una doppietta. A Fogglia lo chiamavano "Il Re". Mai perdonato per un cambio maglia dal sapore del "tradimento", per i teppisti che sono entrati in campo costringendo l'arbitro a sospendere la partita. L'accante cresciuto nella Fiorentina è stato minacciato di morte. Hanno provato a schiaffeggiarlo ma non ci sono riusciti. Impaurito, ha deciso di non tirare più il penalty.
Qualche minuto dopo, sul 6-1 (il Foggia segnerà un altro gol, prima della fine), Iemmello viene sostituito tra i fischi e non solo. È stato costretto a rientrare negli spogliatoi da solo, piangendo. Scortato dagli agenti della Digos, per impedire un altro tentativo di aggressione. Possibile, perché prima del fischio finale altri malintenzionati hanno fatto una seconda invasione di campo. Il direttore di gara, ristabilita una calma relativa (espulso un collaboratore di Zeman) è riuscito a far finire la partita. Una notte di follia e violenza, a Foggia.
I precedenti del tifo violento del Foggia
Non si tratta del primo episodio di violenza e delinquenza degli ultimi anni intorno al pallone, a Foggia. A fine 2020 la porta di casa del capitano, Federico Gentile, viene cosparsa di liquido infiammabile e bruciata. Solo l'ultima delle intimidazioni nei confronti dei calciatori, per una gestione societaria non gradita. La loro colpa? Nessuna. Il tifo violento protestava per la mancata cessione del pacchetto azionario all'imprenditore barese Nicola Canonico, ex proprietario del Bisceglie.
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