Prosegue la discesa del numero dei casi di infezione da coronavirus. Per la seconda settimana consecutiva davanti ai dati c’è un segno “meno”, anche se il calo è abbastanza blando. Da quattro settimane l’Italia ha numeri abbastanza simili, anche se gli esperti sperano che ora la curva prenda ritmi di discesa un po’ più sostenuti anche grazie alla bella stagione. Tra lunedì 4 aprile e ieri i nuovi contagi sono stati 441.457 contro i 479.724 dei sette giorni precedenti, per un -7,9%. E questa settimana, per la prima volta da tempo, tutti gli indicatori più in portanti segnano un calo. I ricoveri totali diminuiscono di pochissimo ma quelli in intensiva e i decessi segnano decrescite un po’ più importanti ma soprattutto significative dal punto di vista dell’andamento dell’epidemia. L'Italia ha appena avviato la campagna per la vaccinazione con la quarta dose degli over 80 e dei fragili tra i 60 e i 79 anni ma si teme che l'adesione non sia alta.
Solo tre Regioni e una provincia salgono
La tendenza generale al calo si riflette nell’andamento a livello locale. Solo tre Regioni (delle quali solo una grande) e una provincia segnano ancora degli aumenti. La Valle d’Aosta passa da 424 a 509 casi (+85, +20%), il Piemonte da 20.040 a 21.189 (+1.149, +5,7%), la Provincia di Trento da 2.782 a 2.919 (+137, +4,9%), il Friuli Venezia Giulia da 7.268 a 7.355 (+87, +1,1%). Per il resto si osservano riduzioni, anche abbastanza accentuate. La Puglia passa da 46.879 a 37.442 casi (-9.437, -20,1%), l’Umbria da 10.431 a 8.523 (-1.908, -18,2%), la Basilicata da 6.041 a 5.103 (-938, -15,5%), la Provincia di Bolzano da 3.983 a 3.369 (-614, -15,4%), il Lazio da 58.169 a 49.629 (-8.540, -14,6%), la Calabria da 18.435 a 16.198 (-2.237, -12,1%), la Campania da 54.153 a 48.393 (-5.760, -10,6%), la Toscana da 32.249 a 29.005 (-3.244, -10%), la Marche da 15.052 a 13.664 (-1.408, -9,3%), il Molise da 2.622 a 2.410 (-212, -8%), l’Abruzzo da 14.725 a 13.595 (-1.130, -7,6%), la Sardegna da 12.307 a 11.677 (-630, -5,1%), la Sicilia da 29.819 a 28.471 (-1.348, -4,5%), l’Emilia-Romagna da 29.986 a 31.001 (+1.051, +3,3%), la Liguria da 10.034 a 9.722 (-312, -3,1%), il Veneto da 46.263 a 44.811 (-1.452, -3,1%), la Lombardia da 58.062 a 56.472 (-1.590, -2,7%).
Torna a scendere l’occupazione delle terapie intensive
I ricoveri negli ospedali sono stabili, segno che la crescita dei casi delle settimane scorse non ha prodotto grossi effetti come pressione sugli ospedali. Ieri in reparti ordinari e terapie intensive erano ricoverate 10.503 persone con il Covid, contro le 10.506 di domenica 3, quando invece si era registrato un leggero aumento (dell’8%) rispetto ai sette giorni precedenti. Per quanto riguarda le terapie intensive, ieri assistevano 465 pazienti in condizioni critiche, contro le 489 della domenica precedente (-5,1%). Anche in questo caso la notizia è buona, anche perché l’occupazione dei letti di rianimazione era scesa per dieci settimane consecutive, poi domenica 3 c’è stato un leggero aumento e ora si torna a scendere. Il passaggio di Omicron quindi ha avuto per ora effetti veramente modesti sull’impegno delle strutture dove si cura le persone con più problemi e di conseguenza sui casi gravi.
Fino al 31 marzo esisteva ancora la classificazione delle Regioni in base al colore e se ancora venisse utilizzato quel sistema tutte le realtà locali sarebbero in zona bianca, a dimostrazione che l’impatto sugli ospedali è modesto.
Vaccino italiano, cure e tracciamenti: le promesse tradite della lotta al virus
di
Michele Bocci e Elena Dusi
I decessi tornano sotto i mille
Ieri il numero dei morti per Covid è arrivato a 160.748. In una settimana i decessi sono stati 964, quindi sono tornati sotto i mille. Anche in questo caso si tratta di un dato in discesa (del 3,7%, l’altra settimana erano 1.002) dopo due settimane di risalita.
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