Era stata aggredita dal cane di un vicino di casa del figlio, tre anni dopo la donna, che aveva 86 anni, è morta per altre cause, ma scrive il giudice del tribunale di Verbania – "Ha subito il passaggio da una condizione invalidità permanente quantificabile nella misura del 50 per cento ad una condizione di invalidità permanente quantificabile nella misura del per cento". Dopo quell'episodio infatti l'anziana aveva subito un grave decadimento delle capacità cognitive che l'aveva portata a riconoscere a stento i figli. Per questa ragione il giudice ha riconosciuto agli eredi della donna, morta nel 2019, un risarcimento di quasi 200 mila euro.
La mattina del 9 settembre 2016 la signora, che è considerato un soggetto fragile, ma prima dell'incidente era perfettamente autonoma, era andata a trovare il suo secondogenito. Ha suonato il campanello, è entrata nel cortile e qui è stata aggredita da un cane meticcio di grossa taglia lasciato libero. Il cane l'aveva buttata a terra causandole la frattura di una spalla e una ferita al volto causata dai denti del cane anche se i periti non l'hanno definita esattamente un "morso".
Il giudice ha riconosciuto alla famiglia della donna il danno subito per il peggioramento repentino delle sue condizioni di salute e il rimborso delle spese mediche sostenute. "I figli hanno dovuto assistere ad un improvviso e grave decadimento delle facoltà intellettive della madre, assumere l'incarico di tutore provvisorio e di amministratore di sostegno per occuparsi di tutte le incombenze di carattere burocratico ed hanno molto sofferto nel vedere la propria madre non più in grado di riconoscerli e di interagire con loro e con i nipoti", scrive il giudice vittoria Mingione – che ha calcolato un risarcimento per la "perdita del rapporto parentale".
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