Augusta (Stati Uniti) – Scottie Scheffler, che gioca tra i grandi del Tour più importante solo dal 2020 e fino a pochi mesi fa non aveva un posto al tavolo esclusivo dei super campioni, è "The Master" e legittima con una limpida vittoria nel torneo più prestigioso dell'anno la recente conquista del primo posto mondiale. Texano, 26 anni, ha una storia da "Normal Man": non un predestinato come Tiger Woods o Rory McIlroy, bambini prodigio che già a 4- 5 anni venivano invitati in tv a mostrare il loro talento. Scheffler è il ragazzo della porta accanto, con una bella carriera nel College Golf americano ma senza clamori; che ha sposato Meredith, la fidanzatina di sempre costretta ad issarsi sulla punta dei piedi per baciare e abbracciare a ogni vittoria quel metro e 91 di marito, spesso sepolta sotto un cappellone texano a larghe falde. Un'altra icona perfetta dell'America "Terra delle opportunità" che ricevendo da Hideki Matsuyama, campione Masters 2021 (quest'anno 14°), la tradizionale giacca verde del vincitore vi ha idealmente trovato, in una tasca, l'assegnino da 2 milioni e 700mila dollari che, sommati ai 7 milioni già incassati solo in questa stagione in cui ha vinto altre tre volte, imprime una svolta definitiva all'economia domestica gestita con la sua Meredith.
Il vantaggio di tre colpi acquisito in tre giri s'era subito ridotto a uno per due birdie immediati dell'inseguitore, l'australiano Cameron Smith. Ma un primo segnale del destino è arrivato alla buca 3, la più corta del campo: Sheffler ha imbucato per il birdie da fuori green; Smith, dalla stessa posizione, ha dovuto incassare il bogey. Distanze ristabilite e avanti. Intanto però in altre zone del tracciato, McIlroy s'era finalmente ricordato di essere un fuoriclasse e con una progressione impressionante, ha scalato posizioni su posizioni, fino a concludere il giro con uno strepitoso 64 (- 8 con 6 birdie e un eagle) che gli è valso addirittura il secondo posto (miglior giro e miglior piazzamento qui ad Augusta), suggellato da un birdie imbucato dal bunker della 18. Già perché nel frattempo anche Smith ha dovuto pagare dazio alle insidie della 12, il par 3 dove cominciarono a naufragare i sogni di Molinari nel '19. Palla in acqua, triplo bogey e via libera a Scheffler che nell'ultimo tratto ha dovuto badare, con qualche tensione, ai tre soli colpi di vantaggio che la fantastica rimonta di McIlroy gli aveva lasciato. Non ha tremato "Normal Man", anzi si è tolto presto il pensiero con birdie alla 14 e alla 15 e ha potuto così permettersi senza danni gli incredibili 4 putt sull'ultima buca, chiudendo con 3 colpi su McIlroy e 5 su Smith raggiunto al terzo posto da Shane Lowry.
Come stella, Scheffler era già nato negli ultimi mesi. Qui ad Augusta, però, è probabilmente nato un fuoriclasse.
Ma naturalmente, prima che i duellanti per il titolo dessero vita allo scontro finale, c'è un'altra storia nella storia di questo Masters da raccontare. Ed è naturalmente quella del più grande di tutti: Tiger Woods. La standing ovation che lo ha accompagnato a ogni buca, l'interminabile applauso tributatogli alla fine ("Non trovo le parole per descriverlo" ha detto dopo essersi concesso all'abbraccio dei figli e di sua madre, nonna Kutilda) sono testimonianze eloquenti dell'autentica venerazione che il popolo del golf continua a nutrire per lui. I numeri dicono che, col secondo 78 consecutivo, ha replicato il suo peggior risultato di sempre chiudendo a +13 questo torneo che lo ha visto trionfare per cinque volte. Ma, anche prima che completasse il giro, i numeri dicevano, impietosamente, che in campo c'era un giocatore di fondo classifica (concluderà 47° su 52 qualificati): e non s'è mai visto nella storia del golf che un giocatore di retroguardia venisse seguito da una massa così imponente, simile, se non superiore, a quella appostata appresso ai leader in gara per la vittoria. La sua è stata davvero una domenica di passione, una via crucis articolata in 18 stazioni, tanta era la sofferenza che traspariva dalla postura, dal passo faticoso, dai ferri non restituiti al caddie ad ogni colpo per sostenere i suoi passi tormentati.
Le 72 buche percorse in quattro giorni hanno sommato usura ad usura, fatica a fatica per un uomo che solo da poco aveva recuperato un'accettabile autonomia deambulatoria. Ma quell'uomo, come rivelato dalle statistiche della ESPN , è stato capace da solo di incrementare la share televisiva del torneo del 21% il giovedì e del 31% il venerdì nel confronto col 2021, quando lui non c'era. Dopo un giro condizionato dall'imprecisione su troppi colpi di partenza, Tiger ha fatto sapere che sarà sicuramente in gara nell'Open Championship di luglio a St Andrews, tempio storico del golf mondiale, un altro suo luogo dell'anima, dove nel 2000 (a 24 anni) trionfò stracciando letteralmente la concorrenza. Non si è pronunciato, invece, sul secondo Major dell'anno, il PGA Championship di maggio. "Questi giorni mi hanno detto che ho molto lavoro da fare" ha commentato a cose fatte. E' ragionevole pensare che i prossimi impegni gli indicheranno la via: ovvero se continuare o chiudere. E' stato troppo grande per accettare di vivacchiare a malapena in linea di galleggiamento.Original Article
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