AGI – L'ago della bilancia delle presidenziali francesi saranno gli indecisi, questa volta più che mai. Secondo un'ultima rilevazione dell'istituto Ifop-Fiducial, il 24% degli elettori può ancora cambiare parere mentre l'ultimo studio del centro Cevipof indica che il 32% degli aventi diritto non è ancora sicuro della proprio scelta. Dalle 8 di questa mattina i francesi sono chiamati alle urne per la dodicesima elezione presidenziale della Quinta Repubblica e l'esito finale appare più che mai incerto.
Per l'Ipsos ed Elabe, gli indecisi sono il 28%, quasi un terzo di quanti sono certi di andare alle urne ma non lo sono altrettanto sul nome da votare. Sulla base di questi numeri sarebbero quindi tra 11,6 milioni – il 24% dei 48,7 milioni di iscritti nei registri – e 15,5 milioni, se fossero il 32%.
A 'dare la caccia' a questi francesi in questi ultimi giorni sono stati soprattutto il candidato di estrema destra di Reconquete, Eric Zemmour, e il sovranista Nicolas Dupont-Aignan. Questi due candidati hanno dichiarato in più occasioni di poter contare su una "riserva di voti tra 15 e 20 milioni di elettori indecisi per creare la sorpresa e qualificarsi al secondo turno".
Secondo il sito dell'emittente TF1, il numero non è proprio quello, in quanto al calcolo delle persone effettivamente iscritte nei registri elettorali – un dato record di 48,7 milioni – va sottratto quello degli astensionisti. Per gli istituti di sondaggi, al primo turno di oggi l'astensionismo potrebbe aggirarsi attorno al 30%. Al momento, quindi, 34,1 milioni di elettori sono sicuri di andare alle urne e, calcolato su questa base, il numero di indecisi scende a 8,1 milioni fino ad un massimo di 10,9.
Questi dati ponderati contraddicono quindi le affermazioni di Zemmour e Dupont-Aignan. Per il quotidiano Le Parisien, gli indecisi, che per certi versi vanno considerati i "padroni del gioco", rappresentano ad ogni modo una posta in gioco cruciale per tutti i candidati, in particolare quelli che ambiscono al ballottaggio. Gli istituti di sondaggio hanno tuttavia riferito che si tratta di "una categoria di aventi diritto difficile da quantificare e valutare con certezza".
Molti di loro hanno riferito ai media francesi che erano sicuri ma ora non lo sono più, che potrebbero ancora cambiare idea oppure che decideranno all'ultimo minuto, mentre si troveranno nella cabina elettorale.
A Parigi, già dalle prime ore del mattino, si sono viste lunghe file davanti ai seggi elettorali. Alle ore 12 l'affluenza era pari al 25,48%, secondo i dati diffusi dal ministero dell'Interno. L'orario di chiusura dei seggi varia da città a città, fra le 18 e le 20. Si teme un forte astensionismo.
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