Tra la figura di Francesco d'Assisi e il racconto della vita quotidiana dei cosiddetti anni bui, Chiara Frugoni ha portato nuova luce sul Medioevo. La studiosa è morta a Pisa, all'età di 82 anni: aveva insegnato alle università di Pisa, Roma e Parigi. La passione per la storia l'aveva ereditata dal padre, il medievista Arsenio: "Ricordo certi viaggi in lambretta con cui si andavano a vedere gli affreschi di Clusone sulla Danza macabra e il Trionfo della morte. Temi su cui mi sarei laureata. Non ho avuto dei maestri. Ma lui, anche se in modo distorto, lo è stato. Ho percorso una strada che papà aveva solo cominciato: l'attenzione all'immagine come fonte storica", aveva raccontato, intervistata da Antonio Gnoli per uno Straparlando. La figura paterna e la sua infanzia sarebbero stati al centro del memoir Persino le stelle devono separarsi, uscito nel 2013 da Feltrinelli.
Nata a Pisa nel 1940, si era laureata alla Sapienza di Roma, approfondendo il tema iconografico dei Tre vivi e dei tre morti, dando il via così a un percorso di studi sui secoli tra la caduta dell'impero romano e il Rinascimento e incentrato in particolare sulla vita di Francesco d'Assisi. Su di lui pubblica una serie di titoli importanti, tradotti in più lingue: Francesco e l’invenzione delle stigmate (Einaudi, 1993); Vita di un uomo: Francesco d’Assisi (Einaudi, 1995); Le storie di San Francesco (Einaudi, 2010); Storia di Chiara e Francesco (Einaudi, 2011). Il dialogo interreligioso, il pacifismo, il contrasto con la società dell'epoca e la messa in pratica concreta del messaggio evangelico sono i caratteri evidenziati da Frugoni nella vita del santo: "Ha creato un ordine, ha rivoluzionato il rapporto con la società e rivisto le relazioni con la Chiesa – diceva – Ha reso praticabile il dialogo tra le religioni ed effettuale la parola del Vangelo e questo già in pieno Medioevo".
Ma è il quotidiano del Medioevo il focus delle sue ultime pubblicazioni uscite dal Mulino in anni recenti con ricchi apparati iconografici. Come Vivere nel Medioevo. Donne, uomini e soprattutto bambini; Uomini e animali del Medioevo; Paure medievali e Donne medievali. L'ultimo, in uscita a fine anno dalla stessa casa editrice, sarà sul tema del letto. Sono titoli che superano una serie di luoghi comuni legati a quell'epoca: dall'oscurantismo all'arretratezza. "Sono felice di aver contribuito a sfatare questa immagine – spiegava – Pensi a certi oggetti che sono stati inventati allora: gli occhiali, i bottoni che hanno fondato la moda, il mulino a vento, la forchetta, la forma del libro, i vetri, gli assegni, le note musicali. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E poi c'è l'arte".
Proprio a un fondamentale ciclo di affreschi del Trecento come L'allegoria del buon governo di Ambrogio Lorenzetti – e a tutti i suoi significati politici più o meno nascosti – aveva dedicato un saggio definitivo: Paradiso vista Inferno, ancora edito dal Mulino. Frugoni ha fatto parlare la storia con le immagini, restituendo all'arte la dignità di un testo dal quale non si finisce di leggere e conoscere.
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