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Quadrante: corridoio fra Donbass e Crimea, Kiev respinge offensiva

AGI – Continua il pressing russo sulla regione ucraina del Donbass e intanto le truppe di Mosca tentano comunque di completare la cattura di Mariupol, a sud, la strategica città sul Mare di Azov, assediata ormai da oltre un mese. Intanto però almeno finora, come rileva l'intelligence militare britannica, i tentativi russi di stabilire un corridoio terrestre tra la Crimea e il Donbass continuano a essere ostacolati dalla resistenza ucraina.

Le operazioni russe sono ora concentrate in queste regioni e sono favorite dai lanci di missili da crociera da parte delle forze navali russe; ci sono stati anche attacchi, sostiene Kiev, verso la regione di Odessa lanciati dalla penisola di Crimea.

All'indomani della tragedia di Kramatorsk, dove un missile russo è caduto su un centro di raccolta profughi e ha causato oltre 50 morti, il governatore di Luhansk ha sollecitato ad accelerare le evacuazioni, avvertendo che si stanno accumulando nella zona le truppe russe e che aumentano i bombardamenti. Per oggi sono stati concordati 10 corridoi umanitari, uno in uscita da Mariupol, su mezzi propri.

Tra l'altro, le operazioni militari russe concentrate nel Donbass, a Mariupol e a Mykolaiv sono sostenute dai continui lanci di missili da crociera da parte delle forze navali russe; e l'inteligence britannica prevede "che l'attività aerea russa aumenterà nel Sud e nell'Est del Paese a sostegno di questa attività".

In particolare, le forze ucraine resistono agli assalti russi nelle aree di Mariupol a Sud-Oves ed Est, in particolare rispettivamente nel porto e nello stabilimento di Azovstal Metallurgy; e respingono anche gli assalti russi quotidiani nelle Oblast di Donetsk e Luhansk; continuano anche gli attacchi a sud di Izyum verso Slovyansk e Barvinkove dove però i russi non hanno conquistato alcun nuovo territorio. Al contrario, il contrattacco ucraino ha probabilmente conquistato ulteriore territorio a Ovest di Kherson, dove adesso è minacciato il controllo russo della città.

Secondo il Pentagono, alcune unità militari russe schierate in Ucraina hanno subito perdite così pesanti da essere praticamente annientate e comunque più in generale tra il 15 e il 20 per cento della forza mobilitata da Mosca per l'invasione è andata perduta.

A sentire il portavoce John Kirby, molti battaglioni sono stati riportati in Russia e Bielorussia per riprendersi e rifornirsi prima che vengano spostati verso il Donbass; le unità dovrebbero anche riempire i ranghi dei soldati che sono rimasti uccisi, feriti o catturati. "Ma non è chiaro se le unità militari più compromesse verranno mai riformate o magari riunite ad altre".

La Nato ritiene che in Ucraina siano rimasti uccisi tra i 7.000 e i 15.000 soldati russi, dati che il Pentagono non conferma. In precedenza, una fonte del Pentagono aveva però ipotizzato che Mosca stia cercando di reclutare "più di 60mila" uomini, tra nuovi coscritti e riservisti mobilitati.

Una fonte di intelligence che ha parlato alla Bbc, ha aggiunto che la Russia ha riorganizzato il comando delle truppe in Ucraina. L'invasione sarebbe attualmente guidata dal comandante del distretto militare meridionale, il generale Alexander Dvornikov, che ha una vasta esperienza nelle operazioni russe in Siria. Finora le truppe entrate in Ucraina erano organizzate e comandate separatamente in base al distretto da cui provenivano i battaglioni. Ma "c'era uno scarso coordinamento tra quei diversi comandi", ha spiegato la fonte.

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