ROMA – Flessione dell'1,5% a marzo della produzione industriale, dopo il parziale rimbalzo registrato a febbraio (+1,9%). Nel primo trimestre 2022, quindi, il Centro Studi Confindustria stima una diminuzione della produzione industriale di -2,9% rispetto al quarto trimestre del 2021, che inciderà negativamente sulla dinamica del Pil.
Gli ordini in volume diminuiscono a marzo di -0,8% su febbraio, quando erano scesi di -0,1% su gennaio: dati molto negativi per le prospettive della produzione da aprile.
Secondo Centro Studi Confindustria, dopo l'intensa caduta registrata a gennaio (-3,4%), il parziale recupero di febbraio "è dovuto prevalentemente ad un effetto base di rimbalzo statistico". Il deflagrare del conflitto, si legge nell'indagine, ha accentuato da fine febbraio l'incidenza dei fattori che ostacolavano l'attività economica e produttiva italiana, già prima della guerra (rincari delle materie prime, scarsità di materiali).
Ne è derivato, quindi, un netto peggioramento congiunturale che trova conferma nel calo di fiducia delle imprese registrato a marzo, a 105,4 da 107,9 di febbraio, e nella flessione del Pmi manifatturiero (a 55,8 da 58,3 del mese scorso). A questo si aggiunge una sensibile diminuzione nei giudizi e nelle attese di produzione delle imprese manifatturiere, il cui valore non toccava livelli così bassi da giugno dello scorso anno.
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Nel primo trimestre 2022, continua Confindustria, le aspettative sulle condizioni operative delle imprese rilevate dall'indagine di Banca d'Italia per il trimestre successivo sono marcatamente deteriorate, registrando un saldo tra giudizi positivi e negativi che dal 10% (quarto trimestre 2021) si è ridotto a -32,8%.
Una quota del 47% di imprese ritiene nulla la probabilità di miglioramento delle prospettive economiche nel secondo trimestre 2022. A ciò si aggiunge anche il forte peggioramento nei giudizi sulle condizioni per investire (a -49,1% da +6,7% del 4° trimestre 2021).
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Un'indagine condotta presso le imprese associate a Confindustria evidenzia che 9 imprese su 10 nel campione giudicano come molto importanti, tra i principali ostacoli determinati dal conflitto, non solo gli aumenti del costo dell'energia, ma anche quelli delle altre materie prime, mentre le difficoltà di approvvigionamento riguardano quasi 8 imprese su 10.
A fronte di tali problemi, il 16,4% delle imprese ha già ridotto sensibilmente la produzione. Il peggioramento dell'indice di incertezza della politica economica, che per l'Italia è salito a 139,1 a marzo da 119,7 di febbraio (+38,4% rispetto al quarto trimestre del 2021), accresce i rischi di un pesante impatto sul tessuto produttivo italiano e di un significativo indebolimento dell'economia nella prima metà del 2022.
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