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Golovkin, 40 anni e non sentirli: Murata abbattuto al nono round, ora la trilogia con Canelo

Ha compiuto quaranta anni in Giappone, li ha festeggiati con 24 ore di ritardo battendo l'idolo di casa, Ryota Murata, dopo un match bellissimo. Gennady Golovkin si conferma un campione inossidabile, uscendo dalla Super Arena di Saitama tra gli applausi di 25000 spettatori di rara sportività e correttezza. Il kazako forse non avrà più a velocità di un tempo, ma la potenza è rimasta immutata: con quella ha sgretolato dopo nove round la resistenza di un Murata che comunque ha mostrato di essere pugile di livello alto e dalla caparbietà d'acciaio. Per lui la consapevolezza di essersi giocato al massimo la chance della vita, per GGG invece la possibilità di arrivare al completamento della trilogia con Canelo Alvarez, impegnato il prossimo 7 maggio in un match tutt'altro che semplice contro il russo Bivol.

Questo è il futuro, il presente parla di un pugile che ha combattuto per la venticinquesima volta per il titolo mondiale dei pesi medi (versioni Ibf e Wba) e che in carriera ha vinto 42 volte (37 prima del limite), perdendo e pareggiando una volta, entrambe con Canelo e con più di un dubbio almeno su uno dei verdetti.

Golovkin con le cinture Ibf e Wba (afp)

Murata, campione olimpico nel 2012 a Londra, noto al pubblico italiano per aver difeso il titolo contro Emanuele Sioux Blandamura, ha sfoderato una prima parte di match di valore assoluto. Non solo il jab sinistro di preparazione, ma anche un uso costante del destro, spesso provato anche al corpo. Match intenso e molto equilibrato per i primi 4 round, ma dal quinto GGG ha iniziato a far valere la sua legge. Al sesto tempo un destro del kazako ha fatto volare il paradenti al giapponese, costretto sulla difensiva anche in quello successivo.

Murata al tappeto (afp)

Murata si è resto protagonista di un ritorno orgoglioso sul finire di una bellissima ottava ripresa, ma è stato il classico canto del cigno. L'epilogo alla nona, selveggia e drammatica: Murata ha tenuto tiene non si sa come un destro del kazako, ha provato anche a gettare il cuore oltre l'ostacolo, ma nelle sua gambe ormai non era rimasta una sola stilla di energia per scampare al peggio. Un destro di GGG, lo ha messo al tappeto nel momento stesso in cui l'arbitro dichiarava chiuso il match e dall'angolo gettavano la spugna.

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