PARIGI. La Francia va al voto per l'elezione presidenziale: 48,7 milioni di elettori registrati, cioè il 95% della popolazione francese in età di voto, potranno recarsi alle urne per decidere tra i 12 candidati in corsa.
Il primo turno è organizzato domenica 10 aprile. Il ballottaggio è previsto due settimane dopo, domenica 24 aprile. Le urne sono aperte dalle 8 alle 19 in gran parte della Francia, e fino alle 20 a Parigi e Marsiglia. Il futuro presidente della Repubblica entrerà in carica al più tardi il 13 maggio, ultimo giorno del mandato precedente. Dal 2002, il Presidente non è più in carica per sette anni ma per cinque anni. E' una riforma che aveva voluto l'allora capo dello Stato Jacques Chirac.
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Ogni cittadino francese maggiorenne può presentarsi come candidato alle elezioni presidenziali ma deve raccogliere 500 firme di rappresentanti eletti, i famosi “parrainages”, ad esempio deputati, senatori, sindaci, consiglieri comunali e regionali, presidenti di dipartimenti. Ciascun rappresentante può appoggiare un solo candidato. E' Consiglio costituzionale che approva le candidature e le pubblica sulla Gazzetta ufficiale.
Il presidente francese è eletto con sistema maggioritario a doppio turno. Al primo turno, la scelta è tra tutti i candidati che hanno ottenuto le 500 patrocini necessari. Se un candidato riceve la maggioranza assoluta dei voti (non è mai successo) viene eletto. In caso contrario si organizza il secondo turno con la scelta tra i due candidati che sono arrivati in testa. Nel ballottaggio il candidato che ottiene la maggioranza diventa Presidente.
Le spese della campagna elettorale devono rimanere al di sotto di un tetto fissato a 17 milioni di euro per i candidati al primo turno e 23 milioni di euro per i due che andranno al ballottaggio. Possono esserci donazioni dei partiti politici (senza massimale) o da individui (fino a 4.600 euro per elezione). Sono vietate invece donazioni da aziende e qualsiasi organizzazione o ente straniero. Oltre a coprire le spese di stampa delle schede elettorali e dei manifesti, lo Stato rimborsa parte delle campagne dei candidati a certe condizioni, tra cui una: aver ottenuto almeno il 5% dei voti espressi al primo turno.
Nelle due ultime settimane di campagna elettorale i media radio e tv devono rispettare il principio di "uguaglianza", cioè un tempo di trasmissione uguale per tutti i candidati ufficiali con un conteggio preciso dei minuti in onda. In pratica non ci dovrebbe essere alcuna differenza significativa tra lo spazio riservato a Jean Lassalle, attualmente dato all'1 per cento delle intenzioni di voto nei sondaggi, e Emmanuel Macron, dato al 25 per cento.
La Quinta Repubblica voluta dal generale De Gaulle è un sistema presidenziale. Secondo la Costituzione il Presidente nomina il capo del governo (che poi gli sottopone una lista di ministri), può sciogliere l'Assemblée Nationale, decidere di indire un referendum. E' anche il capo delle forze armate e può premere il "bottone rosso", cioè lanciare un attacco nucleare. Ha un ruolo importante in politica estera: ratifica i trattati internazionali e accredita gli ambasciatori. Pur non avendo direttamente un potere esecutivo, pesa molto sull'azione del governo. E' all'Eliseo, in presenza del capo di Stato, che si riunisce ogni mercoledì il consiglio dei ministri.
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