Il lotto di ovetti Kinder ritirato in via precauzionale dal mercato perché a rischio salmonella ha rappresentato un campanello d’allarme non solo per la Ferrero, ma per tutte le aziende agroalimentari italiane. L’incidente capitato all’azienda di Alba ha infatti ricordato a tutti che nel campo della sicurezza alimentare non è possibile azzerare i pericoli. Nonostante in Italia gli standard dei controlli siano elevatissimi, c’è sempre la possibilità che qualcosa sfugga ai professionisti e ai laboratori di analisi, creando enormi danni economici e reputazionali alle spesso incolpevoli vittime.
È proprio alla luce di questo scenario che va letto il crescente interesse per le polizze cosiddette Tampering, che offrono una copertura contro i rischi di contaminazione.
Il nome di questi prodotti assicurativi deriva dal verbo inglese “to tamper” che significa “manomettere”. Si tratta quindi di coperture nate per far fronte ad azioni dolose, che si sono successivamente evolute includendo una casistica ben più ampia.
“Il costo di queste assicurazioni è relativamente basso, soprattutto se utilizzate nel modo corretto – spiega Tommaso Bazzi, amministratore delegato del broker assicurativo Bazzi&Partners – Ha infatti poco senso scegliere una franchigia bassa, che fa salire il prezzo della polizza; quello che conta è che il massimale sia alto. Gli incidenti di contaminazione, infatti, accadono raramente ma quando si verificano comportano costi che rischiano di mettere a rischio la sopravvivenza dell’azienda. Ci sono infatti i costi di ritiro della merce contaminata, che sono tanto più alti quanto maggiore è la presenza sui mercati esteri, gli obblighi di comunicazione ai consumatori previsti dalla legge e le perdite dovute alla distruzione del prodotto contaminato”.
Le capacità di reagire in tempi brevissimi, mettendo in campo piani specifici di ritiro e di gestione della crisi, rappresenta l’elemento fondamentale per tutelare la continuità di impresa e salvaguardare i risultati finanziari.
“È importante evidenziare che le polizze Tampering non sono una garanzia di responsabilità civile tramite la quale si risarcisce un danno materiale a terzi per vizio o difetto del prodotto, di cui è responsabile il produttore, bensì si può meglio definire come “garanzia diretta”, il cui obiettivo è quello di tutelare la solidità finanziaria dell’azienda assicurata – spiega l’esperto – In Italia sono ancora troppo poche le aziende alimentari che ne hanno stipulata una e sono poche anche le compagnie che le offrono. Si tratta perlopiù di imprese assicurative internazionali che portano nel nostro Paese l’esperienza che hanno maturato all’estero. Da qui la necessità di affidarsi a un broker in grado di individuare l’offerta che meglio si adatta alle esigenze di una determinata azienda”.
A differenza di una polizza responsabilità civile, che copre solo il danno arrecato a terzi, le coperture Tampering sono dette dirette. Questo significa che l’assicurato denuncia il danno e ottiene “direttamente” il rimborso, dopo che la compagnia ha inviato un perito per la quantificazione del danno.
“Di recente abbiamo assistito un’azienda con un fatturato di 120 milioni di euro che ha subito un danno a causa di un episodio di contaminazione da 5 milioni di euro – conclude Bazzi – Fortunatamente aveva sottoscritto una polizza Tampering che le ha consentito di affrontare con serenità quello che poteva rappresentare un importante danno economico”.
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