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Le confessioni di Art Spiegelman tra Maus, la guerra in Ucraina e nuovi fascismi

La guerra e gli spettri di nuovi fascismi, l'Olocausto, la sua nuova opera e il rifiuto di essere solo "il creatore di Maus": la copertina del nuovo Robinson, in edicola da sabato 9 aprile, è dedicata alle confessioni di Art Spiegelman, l'artista che con il suo Maus, un graphic novel sull'Olocausto, ha cambiato il modo in cui il fumetto è stato recepito nel mondo della cultura "alta" e che senza tanti giri di parole, in una lunga intervista a Luca Valtorta, rivela: "Sinceramente non vorrei parlare ancora di Maus… Non mi interessa farci un film perché non credo possa venire bene. Non ho alcun interesse a tradurre Maus in un altro medium che non sia il fumetto. Se qualcuno non è in grado di leggere un fumetto, si fotta!".

Un'intervista in cui ovviamente del suo Maus si torna invece a parlare: "Credo che la cosa che dia maggiormente fastidio in Maus sia che non c'è nessuna morale consolatoria: mio padre Vladek non è diventato migliore a causa della sua sofferenza mentre alcuni vogliono un Olocausto più 'amichevole' da insegnare", confessa. Mentre sulla guerra in Ucraina dice: "La democrazia è in pericolo in tutto il mondo. Sono molto pessimista, perché penso che la gente si sia annoiata di vivere senza guerra, e per questo cerco di rifugiarmi nell'accogliente mondo del fumetto delle origini come avevo fatto dopo l'11 settembre". E a proposito di eroi: "Io penso che non ci siano eroi. Ci sono persone che fanno grandi cose e persone che fanno cose terribili, e a volte è la stessa persona. Ma per quanto mi riguarda quella dei supereroi è una categoria di fumetti relativamente poco interessante".

E proprio i fumetti sono, come avevamo anticipato, anche al centro del nuovo torneo letterario di Robinson organizzato da Giorgio Dell'Arti che è appena cominciato con tante sorprese e decreterà quale è stato il migliore graphic novel italiano del 2021 secondo i nostri lettori.

Come sempre non perdete poi le cronache del Bataclan di Emmanuel Carrère, mentre l'autore da riscoprire a grande richiesta dei lettori su Robinson questa settimana è il poeta siciliano, emigrato a Milano, Basilio Reale, grande amico di Vincenzo Consolo con il quale condivideva non solo la sicilianità ma l'amore per il mare: ce lo racconta Nadia Terranova.

Tra le recensioni dei libri in uscita da segnalare sicuramente il romanzo di Robert Kolker Hidden Valley Road. Nella mente di una famiglia americana, tradotto in Italia da Feltrinelli, che racconta una (vera) famiglia americana del '900, con dodici figli, in apparenza felice ma in realtà devastata dalla schizofrenia: lo ha letto per noi Mariarosa Mancuso. Donatella Di Pietrantonio recensisce invece Linea nigra della scrittrice messicana Jazmina Barrera edito da La nuova Frontiera: tra memoir, romanzo e saggio è il diario della sua gravidanza tra luci e ombre. E, ancora, Melania Mazzucco rilegge la storia della famiglia van Gogh, concentrandosi sulle tre sorelle di Vincent – Anna, Lies e Wil – a cui è dedicata una bella biografia edita da Donzelli intitolata proprio Le sorelle Van Gogh e scritta dallo storico dell'arte Willem-Jan Verlinden. Infine, riscopriamo la saga berlinese Gli Effinger nel voluminoso romanzo di Gabriele Tergit (Einaudi Stile libero), la storia di una dinastia di ebrei tedeschi scossa dalla guerra e da Hitler: l'ha recensita Leonetta Bentivoglio.

Nelle pagine dedicate ai ragazzi Dan Yaccarino, uno dei più creativi autori americani, ha scritto in esclusiva per Robinson un racconto in cui, a partire dal suo ultimo albo intitolato Dopo la tempesta (il castoro), spiega ai più piccoli come la vera sfida sia quella della ripartenza. E ai bambini si rivolgono anche i racconti di paura di Anita Stories, pseudonimo di Anita Silvia Dessì, tra le webstar più amate e seguite dai giovanissimi: solo il suo canale YouTube ha un milione e 320 mila iscritti, senza contare chi la segue su Instagram e TikTok. In libreria arriva ora con Storie paurose. A scuola di misteri per l'editore Nord-Sud, dove mescola abilmente tematiche tradizionali del genere con tecniche innovative mutuate dai social per catturare l'attenzione dei più piccoli, come ci racconta Ilaria Zaffino.

Kandinskij è protagonista invece nelle pagine dell'arte dove Olga Gambari ha visto per noi la mostra che al grande pittore del Novecento dedica Palazzo Roverella a Rovigo: tra passione per il folclore russo e la capacità unica di trasformare in colore il suono. Mentre al Meis di Ferrara un percorso ricostruisce il racconto della comunità ebraica italiana tra Rinascimento e Grande guerra: ce lo racconta Pablo Maurette.

Per gli spettacoli, Carlo Moretti ha intervistato il cantante dei Kiss Gene Simmons. Infine, lo Straparlando di questa settimana è con il politologo francese Yves Mény, grande amante dell'Italia e della cultura classica, greca in particolare, che proprio rileggendo l'Iliade oggi ci dice come non impariamo mai dalle tragedie del passato.

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