OCCHIOBELLO – Dopo Isabella Noventa, Samira El Attar e Saman Abbas, ha iniziato a circolare anche il nome di Andreea Rabciuc nella ricerca dell'identità del corpo decapitato e mutilato trovato nel fiume Po. E' una ragazza di 27 anni, di origini romene, sparita dalla provincia di Ancona dopo una serata con gli amici e una furiosa lite con il fidanzato. La distanza dal luogo della scomparsa della ragazza e quello del ritrovamento è notevole ma alcuni dettagli sembravano coincidere: l'età attribuita al corpo rinvenuto in riva al Po (quello di una donna al massimo di 30 anni), la statura e i tempi della sua scomparsa (27 giorni fa). Altri però hanno subito tramontare l'ipotesi: i tatuaggi di Andreea non sarebbero presenti nel corpo rinvenuto all'interno del borsone ritrovato nel in provincia di Rovigo.
di
Enrico Ferro
Gli stessi carabinieri del comando provinciale, che indagano sul caso, hanno già scartato quest'ultima ipotesi. L'autopsia sul cadavere mutilato, fatta nella giornata di martedì, ha fornito alcune certezze: non molte, ma sufficienti a fare pulizia sulle ipotesi circolate in un primo momento con i nomi di Isabella Noventa e Samira El Attar, donne uccise per cui non sono mai stati recuperati i corpi. Si tratta quindi di una giovane donna – età compresa tra i 25 e i 30 anni – di carnagione bianca, morta al massimo due settimane fa. In Polesine non ci sono casi di persone scomparse, o comunque non sono presenti denunce. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti, per omicidio volontario. Un impulso importante potrebbe arrivare dall'esame del Dna e dalla sua comparazione con tutti quelli censiti nelle banche dati delle forze dell'ordine. A trovare la sacca, molto capiente, sono stati lunedì mattina due tecnici dell'Aipo (agenzia interregionale per il fiume Po). "La borsa" ha riferito il tecnico Aipo, Davide Martini "era strappata, mi sono avvicinato, ho visto la pelle e ho subito chiamato i carabinieri, arrivati dieci muniti dopo. La pelle era già diventata giallognola. Fuoriuscivano una maglietta e un maglione con le paillettes".
Il fatto però che nessuno recrimini l'assenza di questa donna, induce gli investigatori a pensare che sia un omicidio maturato nel mondo sommerso della prostituzione. Donne senza documenti sfruttate con questo ricatto, donne tenute in schiavitù, sfruttate e sottopagate con la promessa di una libertà che non arriverà mai. Una morte così cruenta, con la decapitazione del corpo, potrebbe essere frutto dell'impeto punitivo di fronte a una qualsiasi forma di ribellione. L'ennesima donna uccisa perché considerata una proprietà. L'area geografica in cui si svolgono gli accertamenti è compresa in tre regioni: Veneto, Emilia Romagna e Lombardia.
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