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Abusi sessuali in maneggio, 25enne condannato a 5 anni e 4 mesi. Madre di una vittima: “Mia figlia soffre ancora”

"Mia figlia soffre ancora. Altro che condotta poco grave. Se ripenso a tutto quello che abbiamo passato…". Una mamma scoraggiata si era sfogata con i giornalisti alla scorsa udienza dopo che la Procura di Milano aveva chiesto un anno di carcere per le molestie a quattro bambine che frequentavano un maneggio, tra cui anche sua figlia. Oggi tira un respiro di sollievo, perché una giudice ha riconosciuto che si è trattato condotte ingiustificabili, altro che gesti di minore gravità.

Molestò quattro bambine, il pm chiede un anno: "Fatto tenue". Ira delle parti civili. Una mamma si sente male e lascia l'aula

di

Manuela Messina


Il 25enne imputato è stato condannato dalla gup Vincenza Maccora a 5 anni e 4 mesi di carcere. Una pena 5 volte superiore a quella richiesta dalla procura che ha condotto le indagini, anche perché non è stata riconosciuta la minore gravità dei fatti. "Sono molto soddisfatta perché la Giustizia ha restituito dignità a mia figlia", sottolinea ancora commossa la donna. Le piccole, tutte di età compresa tra i 5 e i 9 anni, frequentavano un maneggio alla porte di Milano. È stato in questo luogo apparentemente "protetto", immaginato per creare nuove connessioni emotive ed empatia grazie ai cavalli, che le bimbe si sono trovate invece in balia di un trauma da affrontare e poi da elaborare. Un processo che può durare anni, che richiede terapia, tempo, impegno.

Sofferenza. "Mia figlia – ha proseguito – è seguita da due dottoresse. Ha ancora gravi disturbi per lo stress e molta paura poiché è stata minacciata pure con un coltello". La giudice ha disposto le interdizioni di rito e il divieto di avvicinamento per un anno ai luoghi frequentati dai bimbi. Inoltre l'imputato dovrà versare 15 mila euro per due vittime e 30 mila per la piccina. Una quarta bimba non si è costituita parte civile. "Siamo soddisfatti – ha affermato l'avvocato Solange Marchignoli – E' stata una sentenza sofferta che mi ha emozionata". L'avvocato ha proseguito: "E' stato un processo complicato ed emotivamente provante. Dante scriveva che ci sono rimaste tre cose del Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini. Ecco, questi ultimi sono figli di tutti, abbiamo il dovere di proteggerli e custodirne la magia".

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