LONDRA – Con quasi 90 capolavori, dal 9 aprile al 31 luglio, la National Gallery di Londra ospita "The Credit Suisse Exhibition: Raphael" a cura di Matthias Wivel, la grande mostra destinata a ripercorrere la vita di Raffaello Sanzio (1483-1520). Alle nove opere facenti parte della collezione della National Gallery del celebrato artista italiano, si aggiungono 8 dipinti di Raffaello giunti in prestito dai più importanti musei del mondo, tra cui il Louvre di Parigi, i Musei Vaticani, la Galleria degli Uffizi di Firenze e il Museo del Prado di Madrid.
Originariamente prevista nel 2020 per celebrare il 500esimo anniversario della morte dell'Urbinate (deceduto appena 37enne il 6 aprile 1520), quindi rinviata a causa della pandemia, la mostra-evento ripercorre in ordine cronologico il folgorante percorso artistico di Raffaello, proponendo non solo alcuni dei suoi più celebri dipinti ma pure testimonianze del suo ingegno multiforme, in parte inedite al grande pubblico: dalla architettura all'archeologia, dalla poesia al design per la scultura, fino agli arazzi, alla stampa, alle arti applicate. Con l'obiettivo di esplorare ogni aspetto dell'attività di Raffaello, in modo da mostrare plasticamente come e perché il maestro di Urbino abbia svolto un ruolo così centrale nella storia dell'arte italiana e mondiale.
Tra i dipinti più importanti esposti spiccano Santa Cecilia dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, la Madonna d'Alba dalla National Gallery of Art di Washington, la Madonna del Cardellino dagli Uffizi, Il ritratto di Baldassarre Castiglione dal Louvre, La Fornarina dalla Galleria di Palazzo Barberini a Roma. L'unica defezione tra i prestiti La Sacra Famiglia del Museo Ermitage di San Pietroburgo, che non è stato inviato dalla Russia come ritorsione alle sanzioni decise anche dal Regno Unito con lo scoppio della guerra in Ucraina.
La mostra si apre con una sezione dedicata ai primi lavori dell'artista realizzati nelle Marche e nella sua città natale, Urbino. L'attenzione si sposta poi sugli anni fiorentini: tra le opere di questo periodo presenti nella rassegna spicca una rara raccolta di dipinti che Raffaello eseguì sul tema della Vergine con il Bambino, tra cui la Madonna Ansidei. Segue una sezione sull'arrivo di Raffaello a Roma, dove ottenne rapidamente il patrocinio del banchiere senese Agostino Chigi. Chigi divenne il suo più importante committente laico, commissionando affreschi per la sua villa suburbana, la Farnesina, nonché progetti per cappelle in due chiese romane: Santa Maria del Popolo e Santa Maria della Pace, da dove provengono due tondi in bronzo mai esposti in precedenza fuori dall'Italia (attribuiti a Cesarino Rossetti su disegni di Raffaello: L'Incredulità di San Tommaso e La Discesa al Limbo).
Una sala è poi dedicata agli affreschi di Raffaello per gli appartamenti privati ??di Giulio II, o Stanze Vaticane. Questo progetto di quattro stanze comprendeva composizioni monumentali raffiguranti soggetti biblici, scene della storia della Chiesa, allegorie di concetti come la Poesia e il grande raduno di filosofi noto come Scuola di Atene (1509-10). I disegni in mostra raccontano l'origine dell'idea antistante le opere, come anche le modalità tramite cui si sono poi sviluppate. All'interno della sezione anche un ritratto penetrante del malaticcio e anziano Giulio II.
L'esposizione si sofferma anche sugli arazzi di Raffaello con San Paolo che predica ad Atene. L'opera faceva parte della serie sugli Atti degli Apostoli progettata per essere appesa nella Cappella Sistina sotto, e in diretta concorrenza, con il soffitto affrescato da Michelangelo. Un facsimile digitale del cartone preparatorio dell'arazzo (appartenente alla Royal Collection, ma in prestito permanente al Victoria and Albert Museum di Londra), realizzato appositamente per questa mostra, aiuta a chiarire il processo alla base di questi grandi progetti.
L'iniziativa, nata sotto la direzione del direttore della National Gallery, Gabriele Finaldi, fa ricorso anche all'utilizzo di filmati e strumenti ricreativi per accompagnare i visitatori. E trova la sua sublimazione nella sala finale, dedicata alla ritrattistica: dall'Autoritratto con un Amico, arrivato dal Louvre, al ritratto di Bindo Altoviti, di proprietà della National Gallery of Art di Washington, o a quello a olio di Lorenzo dè Medici, venduto dalla casa d'aste Christie's nel 2007 a un collezionista privato per l'equivalente di 37 milioni di dollari.
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