Ritenendo di essere stato tradito dalla ormai ex moglie, un uomo residente in Umbria ha chiesto 600 mila euro di risarcimento al presunto amante della donna (i due hanno sempre negato la relazione) per avere distrutto la sua famiglia ma la sua istanza è stata respinta dai giudici civili di primo e secondo grado che hanno anche disposto a suo carico il pagamento delle spese legali. La vicenda è riportata dal Messaggero sulle pagine dell'Umbria.
I legali dell'uomo – scrive il quotidiano – hanno fatto riferimento agli articoli del codice civile che disciplinano il matrimonio. A loro avviso quando l'infedeltà "produce danno dà titolo al coniuge tradito di chiedere il relativo risarcimento anche nei confronti del terzo".
I giudici di primo grado non hanno però neanche ritenuto provato il tradimento respingendo quindi la richiesta. Mentre quelli d'appello hanno stabilito per il presunto amante – rappresentato in giudizio dall'avvocato Marco Brusco – "il diritto di autodeterminazione, nonché della propria libertà sessuale, costituzionalmente garantiti". Hanno quindi ribadito l'insussistenza di una "condotta illecita fonte di responsabilità risarcitoria".
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