Di lei, chi se la ricorda, ricorda soprattutto la fotografia.
Gli occhi aperti, non spalancati, le palpebre appena un po’ abbassate, e così anche la bocca, socchiusa sui denti bianchi in quello che sembra l’inizio di un sorriso. Ti guarda, uno sguardo curioso, un po’ ironico, col sopracciglio destro leggermente inarcato.
Non è una brutta fotografia, anche se gliel’ha scattata un operatore della Polizia Scientifica quando era già morta.
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