AUGUSTA (USA) – La risposta è arrivata ed era proprio quella che si aspettavano migliaia di spettatori in adorazione qui lungo le buche dell’Augusta National e milioni di telespettatori in tutto il mondo: il tocco magico di Tiger Woods è sopravvissuto ai mille inciampi, non solo fisici, della sua storia sportiva e l’uomo che solo qualche settimana fa diceva di camminare con fatica, ha concluso il primo giro del Masters con lo score di 71 colpi (-1 con tre birdie e due bogey) attestandosi nella parte alta della classifica, capeggiata, nel momento in cui scriviamo, dall’australiano Cameron Smith e dal neo numero 1 del mondo, l’americano Scottie Scheffler, con -4.
di
Mattia Chiusano
L’autentica transumanza che lo ha accompagnato per quasi cinque ore ha cominciato a scrutarne con attenzione i movimenti, la postura, le smorfie per decifrarle subito, fin dal primo colpo di una giornata apertasi al sole e a un vento crescente dopo una nottata di tempeste che hanno fatto slittare tutte le partenze dei giocatori e, ovviamente, hanno ammorbidito il campo. E allora tutti a studiare la sua andatura cauta, quasi circospetta, ben più lenta rispetto ai compagni; l’impossibilità di accovacciarsi per studiare la linea del putt, su questi green ritenuti i più insidiosi del mondo; lo stretching lombare cui si sottoponeva spesso. Una specie di diffuso consulto fra ortopedici improvvisati correva di bocca in bocca: ce la può fare, no non ce la fa, zoppica sì ma tira dei gran colpi. Del resto era stato proprio lui, Tiger, a lanciare il messaggio alla vigilia: riferendosi alla funzionalità della sua gamba triturata nell’incidente d’auto del 2021 aveva detto: “Con tutto quell’hardware che ho lì dentro, la parte più dura non è lo swing, ma camminare”.
L’hardware, in pratica la ferramenta, sono le placche e le viti che tengono insieme le ossa della sua gamba destra. Ma, come aveva anticipato, il gioco c’è ancora con il bonus e il malus di sempre: ovvero grandissimi colpi a cercare l’asta, ottimi putt imbucati anche da distanze considerevoli (come al par 3 della 16) ma diversi drive fuori linea, che hanno imposto recuperi a volta affannosi. Quelli che, del resto, sono stati parte integrante del suo repertorio e base di tanti successi. Perché sbagliare, in questo gioco e in tutti i giochi, sbagliano tutti, prima o poi e più o meno: ma recuperare dall’errore è la firma dei grandi. Vedremo nel secondo giorno se la ferramenta tiene e Il gioco resta a questi livelli. Intanto già di un piccolo miracolo si può parlare.
Quanto alla piccola “enclave” italiana in questo territorio di caccia per americani, britannici, spagnoli, australiani, giapponesi ci sono da registrare la malinconia di uno spento Molinari, il veterano, e il sorriso speranzoso di Migliozzi, il debuttante. Mai visto così sconsolato il primo, dopo un brutto giro macchiato da sei bogey, un doppio bogey e due birdie che lo sprofondano tra le ultime posizioni. Nell’incontro canonico sotto la quercia qui destinata a far ombra alle brevi interviste post gara, Francesco aveva un filo di voce e nessun alibi da invocare. “Non ha funzionato nessuna parte del gioco – ha detto – e sono arrivati davvero troppi bogey. Ma anche nei giri di prova non era andata granché bene”. Dura da accettare per un campione che nel 2019 aveva chiuso 49 buche consecutive senza un solo bogey.
Guido Migliozzi, invece, spianando il sorriso di chi ha comunque realizzato il sogno di giocare questo torneo straordinario quanto esclusivo, non ha recriminato più di tanto per la fase finale del suo giro che, cominciato splendidamente con due birdie nelle prime sei buche (tanto da issarlo addirittura in testa alla molto provvisoria classifica) si è poi concluso con un +3 (63° posto) che gli lascia però aperto uno spiraglio di speranza nella qualificazione. Che sarebbe già un eccellente risultato.
ROMA – Frontale muscoloso da Suv, silhouette da station wagon e coda da crossover sportivo.…
AGI - Tesla riprende la produzione a Shanghai, sottoposta a un lockdown che ha innescato…
Scoperti da un talent scout d'eccezione come Fiorello, che li battezzò I Gemelli di Guidonia…
AGI - Il Programma MilleMiglia continua a garantire agli oltre 6 milioni di iscritti l'opportunità…
AGI - Radu Lupu, considerato come uno dei più grandi pianisti del mondo, è morto…
AGI - Non messaggini o telefonate minatorie o appostamenti sotto casa ma una continua aggressione…