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Pensieri e parole sulla guerra. Su Pordenonelegge #iosonoucraina

PORDENONE – Nel cruciverba di Alessandro Bartezzaghi l’espressione “senzatregua” include la parola “terrore”, “morte” si incrocia a “distruzione” e “lapietàpersa” incontra la parola “brutalità”. È senza dubbio un cruciverba di trincea, perché concepito nell’ambito della nuova iniziativa di Fondazione Pordenonelegge #iosonoUcraina, un mosaico di parole, pensieri e rappresentazioni affidato a 46 di voci del nostro tempo – autrici e autori italiani, donne e uomini di scrittura, di poesia e di pensiero – ai quali sono state chieste duecento battute, o poco più: qualche frase o qualche verso, per esprimere la loro solidarietà al popolo ucraino aggredito dalla guerra russa. Il risultato è adess online sul sito pordenonelegge.it

Hanno partecipato a #iosonoucraina: Alessandro Bartezzaghi, Marco Belpoliti, Stefano Bordiglioni, Annarita Briganti, Enrico Brizzi, Edmondo Bruti Liberati, Franco Buffoni, Flavio Caroli, Lorenzo Carpanè, Daniele Cassioli, Guido Crainz, Paolo Crepet, Ivan Crico, Maurizio Cucchi, Roberto Deidier, Domenico De Masi, Fulvio Ervas, Michela Fregona, I Gatti Ostinati, Pietro Ichino, Isabella Leardini, Andrea Maggi, Franca Mancinelli, Antonio Moresco, Renzo Paris, Andrea Pau Melis, Umberto Piersanti, Filippomaria Pontani, Teresa Porcella, Nunzio Primavera, Stefano Raimondi, Davide Rondoni, Giovanna Rosadini, Pietro Russo, Alessandra Sarchi, Flavio Santi, Antonella Sbuelz, Cinzia Scaffidi, Antonio Selvatici, Pietro Spirito, Lorenza Stroppa, Nadia Terranova, Annamaria Testa, Carmen Totaro, Ilaria Tuti, Giorgio Vallortigara.

Guerra Ucraina – Russia: diretta no stop

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"Nessuno vuole la guerra ma costruisce armi e mine anti-uomo, stringe la mano al tiranno, fa affari con paesi dove si viene impiccati per un'idea …" scrive Paolo Crepet, offrendo il suo contributo di pensiero e di sentire a #iosonoucraina. Dare parole al proprio sentire in questo caso non è facile, ma può aiutare chi legge insieme a chi appunta i suoi pensieri: “La paura di una guerra atomica distruttrice dell'intera umanità oggi è tornata”, scrive Renzo Paris. E, osserva Marco Belpoliti, ora l’Ucraina "ci mostra cosa vuol dire pagare un prezzo tremendo per difendere quella “libertà, ch'è sì cara" cantata da Dante".

"Non hanno ascoltato i poeti", scrive Davide Rondoni e Annarita Briganti sottolinea: "Siamo tutt* le donne ucraine, le donne, le grandi assenti dal tavolo dei negoziati e infatti, viviamo in un mondo in guerra". Anche Lorenza Stroppa pensa "alle donne ucraine che fanno parte delle nostre vite", e Andrea Maggi scrive: "Se sei una donna o un uomo di pace, sai che cos’è la pace. Se vuoi la pace, devi vivere in pace". E Domenico De Masi rincalza: "Occorre lottare per la distruzione di tutte le armi atomiche", mentre Pietro Ichino sintetizza: "Ciò che si sta forgiando, nella resistenza ucraina, è la nuova Unione Europea".

Una guerra, mentre ancora la pandemia si fa sentire sulla terra: "Quanto sta succedendo – osserva Antonio Moresco – è tanto più terribile in questo momento, in cui gli umani dovrebbero affratellarsi per fare fronte a una sfida planetaria e di specie mai vista prima, è terribile due volte".

Il cruciverba sulla guerra di Alessandro Bartezzaghi

Ci sono immagini di questa guerra che tutti abbiamo negli occhi, lo ricorda Franca Mancinelli: "Penso a questa guerra, e ho nei miei occhi i tuoi, fissi, senza colore. Hai una mano sul ventre di partoriente, distesa su una barella, tra le macerie, fuori dall’ospedale di Mariupol. Forse vive. Poi copri con una mano la bocca: non nascerà.

La vicinanza al popolo ucraino invaso e bombardato, va garantita "senza se e senza ma, con lo splendido coraggio di Maria Ovsyannikova – dichiara Guido Crainz – Pensando anche a Nataljya, vicina a mia madre nei suoi ultimi anni". E pensando "al pianto dei bambini evacuati dall’orfanotrofio di Vorzel – suggerisce Ilaria Tuti – e alle donne con la fascia bianca al braccio che spingono correndo le carrozzine verso i mezzi della Croce Rossa". Perché "la guerra per i civili non è una scelta", aggiunge Nadia Terranova. Maurizio Cucchi lo esprime in versi: "L’orrore ci invade, ci stordisce e io/non lo capisco. Ma cosa sente e capisce/ mi chiedo, chi l’orrore produce?".

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