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La nuova crisi costituzionale che ha colpito la potenza nucleare del Pakistan

AGI – La Corte suprema del Pakistan ha aggiornato le sue deliberazioni sulla legalità del processo che ha consentito al primo ministro, Imran Khan, di ottenere lo scioglimento dell'Assemblea nazionale e l'indizione di elezioni anticipate, scongiurando così il voto di sfiducia che avrebbe potuto spodestarlo.

Il Pakistan, una repubblica islamica di 220 milioni di abitanti dotata di armi nucleari, è precipitata in una nuova crisi costituzionale.

Khan, l'ex star del cricket sessantanovenne che ha vinto le elezioni del 2018, aveva perso la maggioranza parlamentare dopo che alcuni partiti della sua coalizione gli avevano ritirato il sostegno.

La mozione di sfiducia che lo attendeva domenica in Parlamento non è però stata discussa dopo che il vice presidente dell'Assemblea nazionale, Qasim Suri, fedele sostenitore di Khan, ha rifiutato di metterla ai voti, sostenendo che fosse incostituzionale perché derivante da "interferenze straniere".

Il capo del governo ha poi ottenuto dal presidente della Repubblica, Arif Alvi, altro suo alleato, lo scioglimento dell'Assemblea nazionale, che comporta la convocazione di elezioni legislative anticipate entro 90 giorni.

Nessun primo ministro ha mai completato il suo mandato in Pakistan, un Paese che dalla sua indipendenza, nel 1947, ha assistito a quattro golpe militari e ad almeno altrettanti tentativi di colpo di Stato.

Khan ha più volte accusato gli Stati Uniti di volerlo rimuovere a causa del suo rifiuto di allinearsi con le posizioni americane su Russia e Cina, e ha accusato l'opposizione di complottare con Washington per allontanarlo dal potere.

La Corte Suprema è teoricamente indipendente ma è stata spesso accusata in passato di essere agli ordini del governo di turno.

Il presidente della Corte, Umar Ata Bandial, ha assicurato che "non si presterà al gioco della politica interna o esterna" per esprimere il proprio giudizio.

"La nostra preoccupazione è la legalità della decisione" del vicepresidente dell'Assemblea, ha dichiarato Bandial. Imran Khan resterà in carica fino alla formazione di un governo ad interim incaricato di organizzare le elezioni.

Il primo ministro ad interim sarà nominato dal presidente su proposta dell'attuale capo del governo e del capo dell'opposizione nell'Assemblea disciolta, Shehbaz Sharif.

Khan ha proposto ieri come premier di transizione il precedente presidente della Corte Suprema, Gulzar Ahmed, che ha lasciato l'incarico all'inizio di febbraio.

L'ex premier Nawaz Sharif, che sarebbe diventato primo ministro se la mozione di sfiducia fosse stata approvata, ha rifiutato di collaborare con un presidente che ha accusato di aver "abrogato la Costituzione".

Alvi lo ha però esortato ad approvare la nomina di Ahmed o a presentare una candidatura alternativa entro mercoledì, pena l'esclusione dell'opposizione dal processo decisionale.

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