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Bucha: “Quella mano è di Iryna, donna forte e gentile che amava la vita”

Le unghie ben curate, laccate, di un rosso acceso. Manicure perfetta. Un dettaglio vivace, di fervore, come il cuore stilizzato che si riconosce sull'anulare della mano adagiata sull'asfalto, a pugno mezzo chiuso, le dita ricoperte di terra. Un segno di vita che la morte sembra non aver cancellato. E' questo particolare, di cura e di colore, che ha permesso di dare un nome a uno dei tanti corpi delle vittime della strage di Bucha, cittadina di 36 mila abitanti a 37 chilometri a nord ovest di Kiev, uno dei tanti scoperti per le strade, nelle case, negli scantinati, dopo la ritirata dei russi lo scorso 1 aprile.

La mano adagiata sulla terra di Bucha è la mano di Iryna. Così dice la truccatrice ucraina, Anastasia Subacheva, citata dall'agenzia di stampa Unian. Iryna sarebbe una delle sue clienti dei corsi di make up, che lei ha visto l'ultima volta per una lezione lo scorso 23 febbraio, alla vigilia dello scoppio della guerra. Era andata al salone proprio per una lezione di trucco. "Mi ha raccontato di come il suo trucco fosse stato apprezzato e di quanto si sentisse bene – racconta Anastasia in uno sfogo affidato al profilo social – la sua voglia di vita, la sua forza, la sua gentilezza, la sua energia mi avevano conquistata".

La mano ormai inerme esce da un giubbino blu, anche questo di una tonalità accesa. Il rosso smaltato sulle unghie era un segnale, per chi conosceva Iryna, della voglia di questa donna ucraina uccisa per la strada di dedicarsi del tempo: "Bisogna amare, soprattutto se stessi, apprezzare la vita e godersi ogni momento perché la vita è una sola", come Anastasia ricorda che le consigliava spesso l'alunna diventata anche amica durante gli insegnamenti di make up.

Iryna dai capelli corti biondo platino, che sorride mentre si pennella il fard sugli zigomi guardandosi in uno specchietto da borsa. Nell'ultimo incontro, alla vigilia della guerra, le due donne hanno chiacchierato, un po' come sempre. "Stava andando al concerto di Olya Polyakova, una cantante pop ucraina ribattezzata "Super blonde" dal suo pubblico e anche lei appassionata di make up – ricorda l'insegnante, venuta via da Bucha qualche settimana fa per la paura – ha aperto un account su Instagram e ha condiviso tutti i suoi fantastici eventi e momenti di gioia". Poi, il saluto, e le parole che oggi suonano così cariche di significato: "Mi ha tenuto la mano e mi ha detto: 'Donya, nella mia vecchiaia ho finalmente capito la cosa più importante: devi amare te stessa e vivere per te stessa!. E finalmente – disse Yrina – vivrò come voglio".

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