ROMA – Fedele alla filosofia “Democratizzare tecnologie di vertice e renderle accessibili a tutti”, fin dalla sua nascita Opel ha sempre cercato di offrire il massimo comfort a guidatore e passeggeri.(la Patentmotorwagen del 1899, tanto per fare un esempio, montava già i sedili in pelle).Un principio applicato, ad esempio, ai sedili a cui è demandato l’importante compito di rappresentare l’interfaccia tra l’uomo e l’auto.
In casa Opel, infatti, allo sviluppo completo di un sedile gli ingegneri dedicano circa tre anni del loro lavoro. Una volta progettata la seduta inizia la fase di test il cui gli esperti testano tutte le condizioni possibili, dai lunghi viaggi in autostrada alle strade dissestate.
Inoltre, i sedili devono rispettare i requisiti di sicurezza previsti dalla legge e quando si attivano gli airbag laterali, il tessuto o la copertura del sedile deve aprirsi correttamente e non devono subire deformazioni in caso di incidente. Nel 1929, il sedile della Opel 4/20 “Moonlight Roadster” era sempre rigido e fisso, ma era collocato più in basso permettendo ai passeggeri di allungare le gambe.
Lo step successivo arrivò poco dopo, con la Opel 1.8 Litri i cui sedili anteriori si potevano regolare in direzione longitudinale. Passiamo poi ai primi anni Cinquanta del secolo scorso,quando i sedili della Olympia erano fissati a un telaio di metallo e si potevano regolare in direzione longitudinale e per facilitare l’ingresso dei passeggeri posteriori, gli schienali si potevano reclinare in avanti.
Nel 1956, con la Kapitän L assistiamo a un ulteriore passo in avanti nel comfort dei sedili con lo schienale completamente regolabile tirando semplicemente una leva. Con la Opel GT del 1968 arrivarono i sedili dal profilo sportivo, mentre come optional la casa iniziò a introdurre i poggiatesta sulla Kadett B, Rekord C, Commodore A e Olympia A e nel 1978 Monza A e Senator A furono dotate di sedili regolabili anche in altezza. E poi ancora, negli anni Novanta sulla Omega B, come optional, si potevano richiedere i sedili regolabili elettricamente.
Altra novità di rilievo nel 1999 sulla monovolume Zafira con l’introduzione del sistema di sedute Flex7 che permetteva con pochi passaggi di abbattere tutte le sedute ottenendo un grande pianale piatto senza dover smontare i sedili. Nel 2002, sulla Vectra/Signum, fanno la loro comparsa dei sedili sagomati e regolabili elettricamente in 18 direzioni, in grado di sostenete correttamente la schiena, sfoggiando il marchio Agr, grazie alla certificazione ottenuta dagli esperti di ergonomia dell’associazione indipendente tedesca.
Successivamente, nel 2012, la monovolume compatta Meriva ricevette il marchio di qualità Agr per l’ergonomia generale (portiere FlexDoors con un angolo di apertura di 84 gradi, sistema FlexSpace, sedili ergonomici e portabici FlexFix). Oggi invece, l’ulteriore evoluzione di questi pluripremiati sedili ergonomici, è disponibile sui modelli Astra, Crossland, Insignia e Grandland. (m.r.)
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