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Nei musei civici di Milano torna la domenica gratuita: così la cultura prova a ripartire

I musei statali hanno cominciato domenica scorsa, con l'ingresso libero alla Pinacoteca di Brera e al Cenacolo, ma da maggio la gratuità verrà estesa anche a tutti i musei civici, che a Milano sono undici. Primo appuntamento l'8 maggio, per dare il tempo agli uffici di organizzare l'iniziativa, poi da giugno si tornerà al calendario ormai entrato nella consuetudine del pubblico che prevede la visita senza biglietto tutte le prime domeniche del mese.

È l'ultimo tassello di un ritorno alla normalità nelle sale dei musei, dove dal 1° aprile non è più richiesto il Green Pass (resta obbligatoria la mascherina chirurgica). Una normalità fatta di accessi non contingentati e prenotazioni facoltative dappertutto, sebbene raccomandate nel fine settimana, tranne alla Pinacoteca di Brera dove invece il direttore James Bradburne ha deciso di confermarla ancora per qualche mese per controllare l'afflusso dei visitatori, evitando sia le code in biglietteria sia il sovraffollamento nelle sale. E visto che la regola, entrata in vigore durante la pandemia, ha dato ottimi risultati, per ora è stato deciso di confermarla.

Ripristinati gli ingressi, si aspetta che il pubblico torni numeroso, come è stato prima dell'emergenza quando Milano ha registrato il record di turisti e visitatori in quasi tutti i musei della città. Con il Castello Sforzesco che viaggiava ben oltre quota 500 mila visitatori l'anno, come il Museo della Scienza e della Tecnologia, la Pinacoteca di Brera aveva superato i 400 mila ingressi e il Museo del Novecento viaggiava oltre i 350 mila.

I dati del 2021 sono decisamente più contenuti, come prevedibile visto che i primi tre mesi le sale sono rimaste quasi sempre chiuse e, anche dopo, gli ingressi sono stati per lungo tempo contingentati. Comunque il 2021 è andato meglio dell'anno procedente, con 490 mila ingressi totale in tutti i musei civici: un terzo di quelli del 2019, quando si volava oltre il milione e 500 mila visitatori, ma il 30 per cento in più rispetto al 2020 quando i biglietti venduti erano stati solo 325 mila. Una crescita che fa sperare in un trend in miglioramento, anche grazie a una programmazione di mostre ed eventi che negli ultimi mesi ha dato una bella scossa al settore. Un ottimo risultato è già stato raggiunto dall'esposizione su Monet a Palazzo Reale, con le opere provenienti dal museo Marmotton di Parigi, che lo scorso autunno ha incassato 203 mila biglietti aggiudicandosi il titolo della mostra a pagamento più visitata in Italia nel 2021, quinta nel mondo, nella classifica appena pubblicata dal Giornale dell'arte.

La rivista specializzata mette in fila anche le migliori prestazioni dei luoghi culturali italiani. E ancora una volta si nota il gigantesco divario fra i dati milanesi e quelli stellari della top five guidata dalle Gallerie degli Uffizi, con 1.721.637 ingressi, Colosseo con 1.633.436 e Musei Vaticani (1.612.530). "Premesso che non credo che il numero dei visitatori sia il giusto parametro per valutare la qualità di un museo, il 2021 non mi pare l'anno giusto per confrontare i risultati. I dati sono poco rappresentativi viste le continue chiusure, per questo sia nel 2020 sia nel 2021 il Comune di Milano ha scelto di non fornirli al Giornale dell'arte – spiega Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura – . Inoltre Milano, che non è una città d'arte come Firenze e Venezia, ha un sistema di musei diffuso e molecolare, senza istituzioni così grandi da essere paragonate agli Uffizi che, lo ricordo, vanta 13 mila metri quadrati di superficie espositiva. L'unica è il Castello Sforzesco, che con otto musei al suo interno è una cittadella dell'arte, e infatti ha numeri molto positivi".

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