Di che colore hai i capelli? La tua pelle è chiara, olivastra o scura? Hai mai avuto scottature? Usi creme protettive quando prendi il sole? Sembrerebbero le domande di un'indagine di mercato, in realtà è tutt'altro: sono alcuni dei quesiti che servono a raccogliere dati per calcolare il rischio di sviluppare il melanoma, un tra i tumori della pelle più aggressivi, che ha origine dalle cellule che producono la melanina.
A misurare questo rischio è MIRA (Misuratore di Rischio per una corretta esposizione al sole), un'app che attraverso un questionario di 11 domande approfondisce, appunto, abitudini, stili di vita e caratteristiche della cute, con particolare attenzione all'esposizione solare, dando un'indicazione qualitativa personalizzata sui fattori di rischio che favoriscono l'insorgenza di questo tumore.
L'app è stata realizzata dalla LILT di Roma (Lega italiana per la lotta contro i tumori), con il supporto scientifico dei ricercatori dell'IDI (l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata), per alzare il livello di attenzione e conoscenza verso il melanoma e i fattori di rischio associati, in particolare tra i più giovani. In Italia è infatti il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni. "L'utilizzo di MIRA non può ovviamente avere scopi medici o diagnostici – spiega Marcella Ribuffo, Presidente della LILT di Roma – ma riteniamo che possa essere un importante strumento di prevenzione primaria. Ci siamo infatti resi conto che, malgrado l'abbondanza di informazioni disponibili soprattutto in rete, ci sia poca consapevolezza della gravità e dell'incidenza di questo tumore. Quindi, abbiamo pensato che con un'app potesse essere più facile intercettare le persone, in modo particolare i giovani, e aumentare l'attenzione verso comportamenti e stili di vita sbagliati, associati a un maggior rischio di sviluppare la malattia".
di
Tina Simoniello
L'app MIRA si scarica gratuitamente da Google Play o App Store digitando le parole MIRA e LILT. Il questionario, messo a punto da ricercatori, dermatologi e oncologi, è semplice e veloce, e i dati raccolti vengono analizzati in maniera aggregata e totalmente anonima.
L'utente risponde fornendo caratteristiche fenotipiche e indicazioni sullo stile di vita, per esempio scegliendo un valore per indicare il numero di nei, dando informazioni sull'uso di creme e cappello per proteggersi dal sole, sulla quantità di tempo dedicata all'attività sportiva e sul consumo giornaliero di frutta, verdura e bevande alcoliche. Infine, viene assegnato il livello di rischio: "Basso" o "Moderato". Non è previsto il livello "Alto" perché MIRA non può tenere conto di altri fattori di rischio importanti, come ad esempio la presenza di mutazioni genetiche.
di
Tina Simoniello
"L'app valuta la propensione a sviluppare un melanoma cutaneo basandosi su un algoritmo validato a livello scientifico e internazionale – sottolinea Antonio Facchiano, responsabile scientifico della LILT di Roma – e, a seconda del profilo di rischio individuale, indica all'utente un set personalizzato di raccomandazioni su stile di vita e abitudini: semplici e utili accorgimenti che se messi in pratica possono fare la differenza. Per esempio prestare più attenzione a come e quando ci si espone al sole, cambiare abitudini sbagliate e sottoporsi periodicamente a controlli specialistici".
Nella maggior parte dei casi, i fattori di rischio associati al melanoma sono infatti facilmente identificabili. "Basterebbe una maggiore consapevolezza dei rischi collegati a una eccessiva o sbagliata esposizione ai raggi ultravioletti per ridurre in maniera significativa il numero di questi tumori – spiega ancora Facchiano – e ottenere vantaggi considerevoli dal punto di vista sanitario".
di
Irma D’Aria
Nel 2020, sono state stimate circa 14.900 nuove diagnosi di melanoma della cute (8.100 uomini e 6.700 donne). Il rischio di insorgenza è legato a fattori genetici, fenotipici, ambientali e alle combinazioni tra questi, e il più importante tra quelli ambientali è proprio l'esposizione ai raggi UV. La prevenzione con visite di controllo periodiche dei nei e protezione della pelle è spesso trascurata. "Sottovalutare il rischio di sviluppare un melanoma può essere pericoloso – conclude Ribuffo – e identificare le persone più esposte è fondamentale, perché permette di attivare misure di prevenzione e sorveglianza individuale mirate, aumentando le probabilità di una diagnosi precoce".
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