Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, riporta in primo piano il dramma delle donne stuprate, i cui corpi diventano un’arma di guerra, un bottino per terrorizzare i civili. Le cronache di donne ucraine violate, e alcune poi anche uccise, sono drammaticamente simili a quelle dei conflitti del più recente passato: dagli stupri commessi negli anni Novanta nella ex Jugoslavia contro le donne bosniache musulmane a quelli in Ruanda contro le donne di etnia Tutsi, alle studentesse nigeriane rapite da Boko Haram e alle donne yazide in Irak ridotte a schiave sessuali dallo Stato islamico.
La giovane Nadia Murad, una delle cinquemila donne yazide stuprate dall’Isis, vincitrice del Nobel per la pace, ha raccontato nel libro autobiografico “L’ultima ragazza” come i jihadisti uccisero sua madre e i suoi sei fratelli prima di venderla come schiava sessuale al mercato di Mosul.
Partendo dalle ferite dell’anima e fisiche di Nadia Murad, l’attrice e ‘storyteller’ di Pescara Maria Paola Lanzillotti ha realizzato il progetto artistico “Soul Sisters” che andrà in scena venerdì 8 aprile al Mediamuseum della città dannunziana. “Soul Sisters” è un polifonico coro di voci che ricostruisce le sofferte personalità di donne attraverso il respiro della loro anima. “Respiro intriso di gioia, consapevolezza, coraggio, determinazione ma anche paura, dolore, sconforto, tristezza”, sottolinea l’attrice abruzzese, poiché “hanno sopportato violenze come Nadia Murad o come Billie Holiday, invocato la speranza per ri-scoprire il proprio sé come Lili Elbe o agitato le tempeste, come Jane Goodall. Ma ogni battaglia combattuta scalfisce l’anima, non importa a quale prezzo, come quelle di Marilyn Monroe, Astrid Lindgren, Zelda Sayre, Diane Arbus.
Al centro dell’attività teatrale e narrativa la Lanzillotti ha focalizzato la condizione storica nella società di tutti i tempi delle donne e delle violenze fisiche e psichiche da loro subite, portandone in scena luci e ombre, drammi e passioni. “Voglio essere l’ultima ragazza al mondo con una storia come la mia” esordisce sulla scena la “Soul Sisters” Nadia Murad che, poi, attraverso la personificazione e recitazione, ora drammatica ed ora passionale di Maria Paola Lanzilotti, passa a ricordare i giorni dell’inferno della prigionia come schiava sessuale, una “sabaya”, che per lo Stato islamico non era peccato violentare, fino alla miracolosa fuga dai suoi aguzzini.
Oggi Nadia è ambasciatrice Onu per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani. Nel 2018 ha ricevuto il premio Nobel per la Pace insieme al congolese Denis Mukwege “per gli sforzi volti a mettere fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato”.
Sul palcoscenico del Mediamuseum di Pescara la protagonista Maria Paola Lanzillotti, che cura anche la regia teatrale, sarà affiancata dalle voci di Anna Zavatta, Lina Colantoni, Loredana Cavagnero e Simona Cavalazzi con accompagnamento musicale di Marco Rosini.
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