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Il traffico aereo rialza la testa

Lo scenario macro evolve così rapidamente che i consuntivi rischiano di diventare presto vecchi, ma sta di fatto che dai traffici aerei arrivano segnali di risveglio. La Iata (Associazione internazionale del trasporto aereo) segnala che a gennaio la domanda di viaggi (misurata in entrate chilometriche passeggeri) ha registrato un balzo in avanti dell’82,3% rispetto a gennaio 2021, ma è scesa del 4,9% nel confronto con gennaio. Se la forte crescita rispetto a un mese che era stato caratterizzato da una piena ondata pandemica è da prendere con le molle, non è nemmeno il caso di fare drammi per la contrazione su dicembre, che tradizionalmente è un periodo di grandi spostamenti.

Moderato ottimismo

“La ripresa dei viaggi aerei è proseguita anche a gennaio, nonostante l’ostacolo della nuova ondata pandemica Omicron”, ha spiegato in una nota Willie Walsh, direttore generale della Iata. “I controlli rafforzati alle frontiere non hanno fermato la diffusione della variante, ma nella maggior parte dei casi i sistemi sanitari hanno retto”. A trainare il rimbalzo nel confronto a dodici mesi è stata l’Europa, la più colpita dalla pandemia all’inizio del 2021 e oggi in una situazione meno allarmante sul fronte dei contagi.

Walsh si è mostrato moderatamente ottimista sul futuro, considerato che “le politiche dei governi nazionali si vanno allineando a quelle previste per altri virus endemici”. Quindi una progressiva revoca delle restrizioni di viaggio, “che hanno avuto un impatto devastante sulla vita delle persone e sulla libertà di viaggiare”.

L’impatto della guerra

Quanto agli sviluppi futuri, un ruolo importante lo giocherà anche l’evolversi del conflitto in Est Europa. Nel 2021 il mercato ucraino ha rappresentato il 3,3% del traffico passeggeri europeo e lo 0,8% di quello globale, mentre quello russo rispettivamente il 5,7% (escludendo gli spostamenti interni) e l’1,3%. La chiusura dello spazio aereo incide pesantemente in queste aree e un impatto negativo è atteso anche nei Paesi vicini, che in via indiretta risentono della guerra in atto.

Ritorno alla normalità tra due anni

La stessa associazione che raggruppa le principali compagnie aeree internazionali nei giorni scorsi ha fornito un aggiornamento sulle stime di medio periodo. Dopo che il 2021 si è fermato al 47% del traffico rispetto al 2019, quest’anno è attesa una crescita fino all’84%. Il recupero proseguirà nel 2023 (95%), per completarsi nel 2024, con il ritorno a quota 4 miliardi di passeggeri. Il traffico domestico tornerà ai livelli pre-Covid già nel corso del prossimo anno, mentre quello internazionale dovrà attendere il 2025.

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