ROMA – Giuseppe è già in camice da un ospedale del nord, sta per entrare in sala operatoria, non vuole rinunciare a quei pochi minuti per dirlo. "Dei figli che restano, di quei ragazzi bisogna occuparsi subito, neanche un mese o dieci anni dopo il femminicidio. Avevo 18 anni quando mia madre è stata uccisa, si chiamava Olga.

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