“Senza il mutualismo cooperativo gran parte della viticoltura di montagna, così come quella di molte aree depresse, sarebbe negli anni scomparsa o non avrebbe conosciuto uno sviluppo omogeneo, solidale, sostenibile e stabile come quello che ha conosciuto”. E nella aree più vocate la presenza del vigneto cooperativo é “anche un presidio dell'italianità perché, nonostante le tensioni sui mercati internazionali, multinazionali e imprenditori stranieri guardano con interesse crescente alle cantine del nostro Paese, come dìmostra la recente acquisizione da parte della famiglia di imprenditori svizzeri Bindella di "Le Casalte" nelle terre del Vino Nobile di Montepulciano per 17 milioni di euro”.
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