MILANO – I listini europei vivono una giornata volatile e, dopo un passaggio in rosso a metà mattina, chiudono in terreno leggemente positivo. Milano sale dello 0,05%: Tim chiude debole, ma sopra i minimi, con l'offerta di Kkr che sembra sempre più incerta. In leggero rialzo anche le altre Borse europee: Londra sale dello 0,27%, Francoforte dello 0,5% e Parigi dello 0,7%.
C'è grande incertezza all'indomani di un fine settimana dominato dalle notizie provenienti dalla guerra in Ucraina: i massacri di civili emergenti dai territori rioccupati dall'esercito di Kiev hanno generato indignazione nelle cancellerie occidentali. Si parla di nuove sanzioni a Mosca in risposta a quanto emerge dal campo, e anche la Germania non esclude più di toccare la materia energetica.
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Bene, questa mattina, i listini asiatici: in questo caso, premia gli investitori la scelta di Pechino di aprire alla modifica di una regola che impedisce alle società quotate offshore di condividere dati sensibili con le autorità di straniere. Una mano tesa a Washington, si legge nelle sale operative, che darebbe accesso agli Usa ai dati sensibili finanziari delle aziende cinesi, che d'altra parte non rischierebbero più di esser estromesse dai listini americani. E' in particolare il comparto tecnologico a beneficiare di queste notizie: l'indice di Hong Kong sale così del 2,13% in chiusura. Con le Borse cinesi chiuse per festività, Tokyo si porta invece leggermente al di sopra della parità con il +0,28% in chiusura.
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di
Luca Pagni
A pagare l'ipotesi di nuove sanzioni alla Russia è l'euro: la moneta unica arretra di quasi mezzo punto percentuale nei confronti del biglietto verde a 1,0997, appesantita dai timori per il conflitto in Ucraina e per le nuove sanzioni che gli alleati occidentali stanno preparando contro Mosca. La divisa europea è in calo anche sullo yen a 134,95. Dollaro/yen a 122,71. Sul fronte dei titoli di Stato, invece, sempre più segnali da parte dei Treasury americani sulla preoccupazione di un rallentamento economico a lungo termine: la curva dei rendimenti si è invertita tra i 2 e i 30 anni, per la prima volta dal 2007: si aspettano le minute della Fed, diffuse in settimana, per avere qualche indizio in più sul ritmo di alleggerimento del bilancio. Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi termina a 156,5 punti, stabile rispetto all'apertura. Il rendimento dei titoli italiani scende al 2,070%.
I prezzi del petrolio oscillano sensibilmente. Quando in Europa gli scambi si avviano alla conclusione, il greggio torna a salire e supera i 103 dollari al barile in vista di nuove sanzioni dell'Ue contro Mosca. Il greggio Wti è salito del 4% a 103,12 dollari al barile e il Brent segna un rialzo del 3,27% a 107,8 dollari. ll presidente francese Emmanuel Macron oggi ha invocato "misure molto chiare" anche su "carbone e petrolio". Dalla Germania e dall'Austria, però, si frena sul gas e infatti ad Amsterdam il contratto future Ttf, che fa da riferimento per il gas europeo, lascia sul terreno il 2,25% a 109,6 euro al megawattora.
Tra i dati macro di giornata: le esportazioni tedesche sono aumentate del 6,4% e le importazioni del 4,5% rispetto a gennaio, su base mensile destagionalizzata e corretta per gli effetti di calendario, per un totale di 124,7 miliardi di euro. Il surplus della bilancia commerciale è di 11,5 miliardi di euro; l'inflazione annuale in Turchia raggiunge il 61,14%, salendo ad un nuovo massimo di 20 anni.